Cina – Il punto della situazione su Covid-19 nella cosiddetta “Grande Cina”

13 Febbraio 2020
Foto: Don Bosco Taiwan (Facebook)

(ANS – Hong Kong) – A seguito dell’appello alla preghiera che il cardinale salesiano Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, Myanmar, e Presidente della Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche, ha lanciato in favore di tutte le vittime del coronavirus e degli operatori sanitari coinvolti nell’emergenza, l’Ufficio di Comunicazione Sociale dell’Ispettoria salesiana “Maria Ausiliatrice”, con sede a Hong Kong, fa il punto della situazione attuale nella cosiddetta “Grande Cina” – termine con cui si comprendono tradizionalmente i territori amministrati dalla Repubblica Popolare Cinese, inclusi Hong Kong e Macao, e i territori amministrati da Taiwan.

La comparsa della malattia è stata segnalata per la prima volta alla fine di dicembre 2019, quando il personale medico di Wuhan, Capoluogo della Provincia di Hubei, nella Cina continentale, notò dei sintomi insoliti di polmonite virale. Le autorità hanno confermato che la trasmissione da uomo a uomo era effettivamente in corso il 20 gennaio e la misura di chiudere la città è stata imposta il 23 gennaio; ma ormai il virus aveva già preso a diffondersi nella provincia di Hubei e in altre parti della Cina.

Il primo caso confermato ad Hong Kong è stato segnalato il 23 gennaio. Si trattava di un uomo di 39 anni che viveva a Wuhan e che aveva preso il treno ad alta velocità per tornare a Hong Kong in occasione delle festività per il Capodanno cinese.

Dopo il primo caso confermato, a poco a poco si sono registrati a Hong Kong, quasi ogni giorno, dei nuovi casi di persone contagiate. I dati aggiornati a ieri, 12 febbraio, riportano:

  • a Hong Kong, 49 casi confermati e un decesso;
  • a Macao, 10 casi confermati, anche se non ci sono più casi confermati da 9 giorni consecutivi;
  • a Taiwan, 18 casi confermati;
  • nella Cina continentale, 44.653 casi confermati, di cui 33.366 nella provincia di Hubei, e 1.113 decessi, di cui 1.068 nella stessa provincia; al tempo stesso vanno segnalati anche 4.740 pazienti guariti.

A fronte di questa situazione, a Hong Kong e Macao dall’inizio di febbraio entrambe le diocesi hanno adottato alcune misure pastorali urgenti al fine di ridurre al minimo i raduni che coinvolgono un gran numero di persone: come alternativa alla partecipazione all’Eucaristia domenicale, ai fedeli è stata data la possibilità di assistere alla Messa via web, di fare la Comunione spiritualmente e di praticare la meditazione dei testi liturgici domenicali, la lettura della Bibbia o la recita del Rosario.

Le chiese di Macao sono state chiuse fino al 19 febbraio, mentre a Hong Kong le Messe rimangono invariate, ma i fedeli che vi partecipano sono tenuti ad indossare una mascherina, e quasi tutti i canti sono stati sospesi. Ciononostante, domenica scorsa, nella parrocchia di Sant’Antonio, una delle due parrocchie salesiane di Hong Kong, c’era circa il 60% dei partecipanti abituali alla Messa.

[Nota della Redazione: proprio oggi, 13 febbraio, la diocesi di Hong Kong ha deciso di sospendere le Messe pubbliche per due settimane. “Le prossime due settimane saranno un momento cruciale per sopprimere l’epidemia. Per evitare raduni, la diocesi ha deciso di sospendere tutte le Messe pubbliche, la domenica e nei giorni feriali per due settimane, inclusa la liturgia del Mercoledì delle Ceneri, dal 15 al 28 febbraio. Alcuni fedeli potranno essere delusi. Tuttavia, spero che tutti possano capire che non è una decisione facile”, ha scritto il cardinale John Tong, Amministratore apostolico di Hong Kong, in una lettera circolare].

Poiché Covid-19 (la malattia generata dal coronavirus) è ancora in corso, continuiamo a pregare chiedendo l’intercessione della Madonna di Lourdes, così come da invito del cardinale Charles Maung Bo, SDB.

Don Pedro Leong,

Delegato ispettoriale di Comunicazione Sociale

InfoANS

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