Kenya – “L’opzione per i giovani poveri è nel nostro DNA salesiano”
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22 Febbraio 2018

(ANS – Nairobi) – I partecipanti alla Visita d’Insieme alla regione Africa-Madagascar hanno vissuto la seconda giornata di lavori, ieri, 21 febbraio, ragionando sulla domanda posta dal Consigliere Generale per la Formazione, don Ivo Coelho, nell’omelia dell’Eucaristia mattutina: “Come possiamo essere segni credibili dell’amore di Dio per i giovani?”

Le due sessioni del mattino sono state dedicate a una profonda riflessione sulla qualità della formazione. Don Coelho con il suo intervento ha esortato i rappresentanti di tutta la regione a prestare attenzione alle due dimensioni della vita consacrata salesiana: quella laicale e quella clericale, ribadendo ancora una volta che ogni confratello è dapprima Salesiano e poi sacerdote o coadiutore. Nell’ambito della formazione permanente ha chiesto ai Superiori e ai loro Consigli di contribuire al personale del Centro Regionale di Formazione Salesiana Permanente (SAFCAM, in inglese), eretto proprio a Nairobi con l’approvazione del Rettor Maggiore. E, in conclusione, ha anche parlato dell’importanza della formazione dei formatori.

Don Coelho alla fine ha lasciato tre domande aperte per la riflessione di tutti i presenti: i rappresentanti salesiani di tutta l’Africa e Madagascar si sono così confrontati sulle radici della crisi della vocazione del Salesiano coadiutore; hanno indicato di utilizzare molteplici criteri per le scelta dei formatori, non solo i risultati accademici; e hanno fatto proposte sulla collaborazione con i laici, inclusa quella di realizzare una formazione congiunta tra laici e consacrati.

A conclusione della sessione sulla Formazione salesiana il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha ricordato di considerare sempre come prioritari per la missione salesiana i giovani poveri. “Essere Salesiano vuol dire preferire la gioventù povera. Questo è il nostro DNA” ha detto. E per quanto riguarda i laici ha aggiunto che ad essi vanno delegati i compiti amministrativi.

Nelle sessioni pomeridiane lo spunto di partenza è stato offerto dalla relazione dell’Economo Generale, il sig. Jean Paul Muller. Nel suo discorso, il sig. Muller ha sottolineato come l’economia debba essere sempre messa a disposizione della missione e ha segnalato che è necessario verificare se le opere di educazione offerte vadano realmente incontro alle esigenze del mercato del lavoro che attende i giovani. Quindi ha concluso affermando che i giovani non credono tanto alle parole, ma ai fatti e che il “modello Valdocco” resta d’ispirazione per tutte le presenze salesiane.

All’Economo Generale ha fatto seguito don T.J. George, Direttore del progetto per la formazione tecnico-professionale “DBTECH-Africa”, che ha informato sui numerosi programmi di formazione tecnico-professionale già lanciati in tutto il continente, e si è messo a disposizione dei Superiori e dei loro Consigli per altre iniziative future al servizio dei giovani africani.

La seconda giornata di lavori si è conclusa poi con un ultima sessione di riflessione e proposte in merito a come offrire un miglior servizio ai giovani e, infine, con l’intervento di sintesi da parte del Rettor Maggiore.

Le foto della Visita d’Insieme sono disponibili su ANSFlickr.

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