DA VALDOCCO A TUTTO IL MONDO...
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14 Ottobre 2020

Abbiamo la gioia di consegnare alla Famiglia Salesiana del mondo il nuovo allestimento museale dei luoghi delle origini, dell’avventura educativa e spirituale di Don Bosco. Sono stati ristrutturati gli ambienti collocati sotto il cortile e la Casa Madre e la collezione di oggetti appartenuti a Don Bosco e alla prima comunità salesiana

Tutto è iniziato più di 160 anni fa. Qualche anno dopo che un manipolo di giovani, entusiasti del loro educatore, Don Bosco, si era impegnato a dare vita ad una “Società”, la “Società di San Francesco di Sales”, oggi conosciuta come i Salesiani di Don Bosco.

La loro prima sede stabile era nella casetta di proprietà di un tale signor Pinardi. Non tutta la casa, intendiamoci, solo una tettoia bassa appoggiata al muro a Nord e un cortiletto in terra battuta.  Il mondo non ne sapeva nulla, ma là stava nascendo un’opera oggi conosciuta in tutti i Paesi del mondo.

Torino è una città nobile e ordinata, ma quel posto era sgraziato, anche se lo sfondo delle vicine Alpi lo ingentiliva un po’. In alto, su un ron­dò di raccordo, campeggiava la sinistra sagoma di una forca che il reale governo teneva sempre pronta a esemplare punizione dei malfattori e a inutile monito degli aspiranti tali. Quel sito aveva nome Valdocco, secondo un’etimologia che storici e studiosi non hanno mai potuto decisa­mente decifrare. Era umido e cespuglioso. Le poche case intorno erano piuttosto malfamate, dei mulini, un cimitero poco lon­tano. I quartieri eleganti e benestanti erano più su, oltre una salita che faceva quasi da barriera.

Proprio qui arrivò quel giovane prete che non possedeva nulla di materiale, neanche un abito decente. Ma che un giorno correva, gridando: «Coraggio, miei figli, abbiamo un Oratorio più sta­bile del passato; avremo chiesa, sacristia, camere per le scuole, sito per la ricreazione. Domenica, domenica, andremo nel novello Oratorio che è colà in casa Pinardi».

Domenica era Pasqua, 12 Aprile 1846.

All’entusiasmo dei giovani, Don Bosco unì la sua normalità concreta, la sua fantastica forza realizzativa, come racconta un testimone: «... nella settimana tutto si trasformò. Furono chiamati operai per scavare e trasportar terreno, muratori per rompere ed innalzar muraglie, falegna­mi per far palchetti, e non bastando l’opera loro, vi posero mano Don Bo­sco, il Teologo Carpano, i giovani e l’antico proprietario».

Non era bella né in buono stato quella tettoia! Ma Dio sembra avere una predilezione per le baracche e le stalle.

Lì iniziò questa preziosa opera, dai più umili e semplici, seguendo l’esempio della vita del Signore che è nato in una stalla, nella più grande povertà e con la protezione, solo, delle braccia amorevoli di sua Madre, Maria di Nazareth e di Giuseppe.

Oggi come allora

In questi giorni abbiamo dato vita a un “sogno”, un bellissimo sogno che è molto più di un semplice rimodellamento di muri e luoghi. Un sogno ha visto la luce. Il sogno di fare della casa del primo oratorio salesiano di Valdocco – il primo luogo dove sono stati accolti gli orfani che bussavano alla porta della cucina di Madre Margherita, la Casa Pinardi dove è nata la Congregazione – uno spazio che parla del carisma salesiano. Un luogo pieno di carisma e di vita. Una casa dove centinaia di giovani e decine di salesiani hanno vissuto al fianco di Don Bosco, creando un’intera famiglia che è diventata una scuola di santità. Uno spazio, un luogo, un cortile e una casa dove tutti sono invitati a venire, a conoscere, a guardarsi intorno, a sentire, a lasciarsi interpretare, perché “a Valdocco tutto parla”.

Questa casa che ora viene offerta a tutti per essere visitata e conosciuta ha accolto centinaia di giovani e la vita che vi si svolge ha cambiato la loro vita. Li ha resi “onesti cittadini e buoni cristiani”.

Questa casa che oggi viene offerta a tutto il mondo ha visto nascere, come il piccolo seme di cui parla il Vangelo, l’albero frondoso, verde e sano che oggi è la Famiglia di Don Bosco diffusa in tutto il mondo.

Questa casa che ora viene offerta a tutto il mondo è stata testimone di come un giovane sacerdote pieno di passione evangelizzatrice ed educativa abbia entusiasmato un gruppo di ragazzi a continuare il suo sogno. E questi giovani sono stati i primi salesiani, hanno dato continuità alla Congregazione, sono succeduti a Don Bosco e hanno fatto del suo sogno missionario una realtà in Patagonia, poi in gran parte dell’America e oggi in 134 nazioni.

In questa casa e in questo cortile (che era anche l’orto di mamma Margherita), c’era vita e gioia, e anche difficoltà e fame, ma si respirava il Cielo. In questi pochi metri quadrati è vivo il ricordo di 13 persone venerabili, benedette e sante che sono cresciute e hanno permesso allo Spirito di seminare in loro il seme della “santità vissuta a Valdocco”. Il nostro amato Don Bosco era un maestro nell’arte di proporre ai suoi ragazzi bellissimi ideali.

In questa casa e in questo cortile ci sono tre chiese, una più grande dell’altra. Cresciute in rapida successione, perché il numero dei ragazzi cresceva continuamente.

Ma qui, nella minuscola Cappella Pinardi, nella Chiesa di San Francesco di Sales, Don Bosco, Mamma Margherita, Domenico Savio, Michele Rua, Filippo Rinaldi, Luigi Variara, Leonardo Murialdo e molti altri hanno percorso un cammino di santità. Su tutto vegliava l’ombra della bella Basilica di Maria Ausiliatrice, con la protezione della Madre del Cielo.

Questa casa che oggi presentiamo a tutto il mondo per essere visitata, per essere conosciuta, è e sarà molto significativa per tutti. Per i turisti che non sanno nulla del mondo salesiano perché vedranno (forse senza capire molto), come qui dal nulla è emerso qualcosa di grande.

Per le persone che conoscono il carisma salesiano, che lo amano, che lo sentono nel cuore perché lo toccheranno con la loro mano, e come Dio ha fatto qualcosa di bello per i giovani del mondo.

Da questa casa, da queste chiese, da questo cortile il profumo di Don Bosco continueranno a irradiarsi in tutto il mondo.

Da tutto il mondo verranno a Valdocco persone per incontrare il Signore, la Madre Ausiliatrice, Don Bosco e Mamma Margherita e molti altri, perché lo spirito di Valdocco è più vivo che mai.

            Offriamo molto di più di belle pareti.

            Offriamo molto più di un museo.

            Offriamo molto più che opere d’arte.

            Offriamo molto di più che ricordi storici.

            Cerchiamo di offrire incontri di amicizia, visite piacevoli, esperienze di vita e di cuore che tocchino il cuore di chi le cerca.

            Da Valdocco a tutto il mondo.

InfoANS

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