Ucraina – I salesiani e la Chiesa ucraina impegnati nell’iniziativa: “Sfama il povero”

01 Dicembre 2020

(ANS – Kiev) – La popolazione ucraina continua ad essere schiacciata dalla crisi economica, dalla mancanza di cibo e ora anche dalla pandemia di coronavirus, tendendo sempre presente le ripercussioni del conflitto in atto nell’Est del Paese. Dal 25% al 45% dei cittadini non riesce più a provvedere ai propri bisogni umanitari e, per rispondere a questa drammatica situazione, la Chiesa greco-cattolica ha lanciato l’iniziativa “Sfama il povero”. Il salesiano don Maksym Ryabukha, Vicario della Visitatoria Ucraina (UKR) e Direttore della Casa Salesiana a Kiev, racconta l’iniziativa della Chiesa e la realtà sociale.

“Questa campagna nasce per dare continuità al pensiero del Santo Padre e anche per dare risposte alle sfide che abbiamo di fronte oggi” esordisce il salesiano.

La situazione sociale che il Sinodo ha messo in luce è gravissima. Si parla di 8 pensionati su 10 che vivono al di sotto della soglia di povertà e si teme che la maggior parte degli abitanti sia destinata alla pura sopravvivenza… “Non solo 8 pensionati su 10, ma un quarto della popolazione dell’Ucraina, secondo le statistiche del governo, adesso è sotto la soglia di povertà”.

Considerando tutte le difficoltà che le persone stanno vivendo, in che modo si pensa che i cittadini possano contribuire? A chi è rivolta la campagna?

Prima di tutto, a tutte le parrocchie della Chiesa greco-cattolica, perché essendo iniziativa di sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Arcivescovo Maggiore della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, lui può agire direttamente su questa parte del popolo. È però, comunque, rivolta anche a tutte le persone di buona volontà e posso anche testimoniare che, il 15 di novembre scorso, alla prima colletta, hanno contribuito anche persone che non si professano greco-cattolici o che, addirittura, si dichiarano non credenti. Sono gli amici dell’Opera Salesiana, che, a vario titolo, conoscono il nostro servizio, sono i genitori dei ragazzi, oppure sono i genitori della scuola vicino alla nostra casa salesiana, con cui noi abbiamo dei rapporti amichevoli, che, sentendo questo appello, hanno voluto partecipare, sapendo che la Chiesa, comunque, garantisce l’arrivo degli aiuti alle persone che hanno davvero necessità.

È giusto pensare che questa campagna e il messaggio uscito Sinodo siano rivolti anche alle autorità? Che sollecitazione si vuole inviare?

Prima di tutto la sollecitazione è quella di avere profonda responsabilità per il popolo che al governo è stato affidato. È la sollecitazione a pensare bene alla politica sociale, alla politica lavorativa di questo tempo, cercando di trovare le vie possibili per contribuire a garantire il lavoro alle persone, anche con i cambiamenti dovuti alla pandemia di coronavirus, cercando di garantire a tutti quanti il livello almeno minimo di sopravvivenza, assicurando, ad esempio, gli stipendi possibili a tutti gli abitanti.

Non è certo la prima iniziativa della Chiesa greco-cattolica così a favore della popolazione…

Dobbiamo dire che la Chiesa greco-cattolica, in realtà, è attiva da sempre nel campo sociale. E’ stato fatto moltissimo per sensibilizzare la gente ad avere attenzione verso il povero, con iniziative belle e interessanti. Anche adesso, la sensibilità sociale dà garanzie di aiuto a molte persone, a tutti i cittadini ucraini, anche se non si presentano come fedeli. Un esempio è nell’Ucraina centrale, ma ancora di più nell’ Ucraina orientale, nelle zone dove c’è la guerra, dove le Caritas assicurano sostegno a tutte le persone che vivono in questo tempo di difficoltà, di grande prova. Bisogna anche dire che il Santo Padre ha avuto una sensibilità speciale, profonda, verso i poveri e i bisognosi dell’Ucraina, con la raccolta “Papa per l’Ucraina”, fatta in tutte le parrocchie cattoliche d’Europa, destinata a chi vive in zone di guerra, da una parte e dall’altra, anche se opposte.

Sono cose importanti: la gente nel bisogno c’è davvero, ed è importante capire che anche con piccole attenzioni, con il nostro mettere il poco che possiamo a sostegno dell’altro, si garantisce la vita in generale.

Francesca Sabatinelli

Fonte: Vatican News

InfoANS

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