Kenya – “Fin dall'infanzia ho avuto il sogno di essere un missionario”: intervista a don Camiel Swertvagher

15 Settembre 2021

(ANS – Nairobi) – Don Camiel Swertvagher è un salesiano belga che è stato missionario in 3 Paesi dell'Africa Centrale: Congo, Ruanda e Burundi. Fu nel 1975 che venne inviato, per la prima volta, in Burundi come missionario, esattamente 100 anni dopo la prima spedizione missionaria di Don Bosco nel 1875. Ha raccontato ad ANS la sua esperienza e le sfide che ha incontrato nel corso degli anni.

Cosa ti ha spinto a partire come missionario 40 anni fa?

Fin dall'infanzia ho avuto il sogno di essere un missionario. Quando ho finito il noviziato e il postnoviziato, ho avuto l'opportunità di essere inviato come giovane missionario in Burundi. Nel 1975 fui  inviato in Burundi come missionario e poi, dopo  la mia ordinazione nel 1981, sono stato inviato in Ruanda, dove ho servito per 13 anni. Più tardi, nel 1994, sono stato inviato nella  Repubblica Democratica del Congo per prolungare il mio servizio nel campo dell'educazione e dell'evangelizzazione per 10 anni. Dopo di che sono tornato in Ruanda e ho servito lì per alcuni anni. Dal 2018 mi trovo presso il “DBYES” a Nairobi, in Kenya. 

Lei è stato Delegato Ispettoriale in Ruanda e Burundi, e anche Ispettore in AFC e poi in AGL. Come ha sentito questa vocazione di superiore/ispettore? Ha trovato delle sfide?

Come Ispettore ci sono sempre momenti di gioia nel vedere l'impegno dei confratelli nella missione a loro affidata e nelle comunità in cui prestano il loro servizio ai giovani, specialmente ai più poveri. Inoltre, si può assistere allo sviluppo che avviene nelle comunità locali. Tutto ciò costituisce davvero una crescita dell’Ispettoria. Al contrario, le difficoltà possono essere rappresentate dalla situazione del Paese o, a volte, dall'incomprensione tra i membri della comunità e così via. Tuttavia, in una prospettiva più ampia ho visto tanti momenti gioiosi che arricchiscono la nostra missione e quindi le difficoltà possono sempre essere affrontate.

Come trova il carisma salesiano in Africa? Come misurare l'impatto globale del nostro contributo?

L'impatto del carisma salesiano in Africa è lodevole. I salesiani in tutto il continente africano sono impegnati nella missione loro affidata. Anche i vescovi apprezzano la nostra missione. I salesiani, infatti, sono invitati ad estendere il loro servizio nelle diocesi, specialmente nel campo dell'educazione, tenendo presente i vulnerabili, i poveri e i giovani a rischio. La Chiesa in Africa è molto ottimista sulla nostra missione per i poveri e i giovani.

Cosa può dirci dell’importante missione del “SAFCAM”?

Il SAFCAM - Centro Salesiano di Formazione per l'Africa e il Madagascar (Salesian Formation Centre for Africa and Madagascar in inglese) è una necessità del tempo per la formazione permanente. È ancora giovane e in fase iniziale. Insieme a me, nel centro è impegnato anche don Francois Dufuour. Il SAFCAM non è solo per i salesiani, ma anche per i membri della Famiglia Salesiana e i nostri collaboratori laici nel continente africano. Questo centro di animazione è previsto anche per la formazione dei formatori, l'accompagnamento spirituale e molti altri temi della salesianità. Ci stiamo ora concentrando sull'implementazione delle linee guida del GC28 con l'elaborazione di un piano di sei anni. Quindi, siamo fiduciosi di andare avanti con questo progetto, tenendo presente le limitazioni della situazione pandemica COVID-19.

Lei ha vissuto la maggior parte della sua vita in Africa. Cosa la rende felice ed entusiasta come missionario dopo più di 40 anni in Africa?

La mia vita come missionario in Africa è memorabile.  Sono stato felice di prestare il mio servizio nel settore della Pastorale Giovanile e della Formazione. Gli anni trascorsi nel settore dei servizi giovanili in Ruanda mi hanno aiutato a mantenere vivo il mio zelo missionario. Sono pronto a continuare la missione salesiana nel settore dell'educazione e della formazione. Per grazia di Dio e con una buona salute, sono disposto a prolungare il mio servizio per i giovani, i confratelli in formazione e la gente povera.

Il Rettore Maggiore le ha chiesto di fare una visita straordinaria quest'anno. Come è stata la sua esperienza?

Ho dovuto pregare prima di dare la mia risposta al Rettor Maggiore, ma dopo due giorni, ho accettato questa richiesta. Spero che questa visita sia stata fruttuosa per i confratelli, specialmente per conoscere la qualità della missione salesiana che si svolge nelle diverse comunità. Sono stato felice di scoprire e imparare da questa visita molte opere buone che sono offerte dai salesiani.

Harris Pakkam

InfoANS

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