Spagna ­ – Jota Llorente, SDB: “un giorno mi diedero un libro su Don Bosco e pensai: ‘voglio essere come questo prete’”

21 Aprile 2017

(ANS – Bilbao) – Il salesiano don Jesús Javier Llorente – in arte “Jota Llorente” – in un’intervista si racconta e presenta chi è questo musicista, fotografo, artista e, soprattutto, sacerdote.

Presentati, per favore.

Sono sacerdote e salesiano e attualmente vivo a Madrid-Atocha. Sono stato un educatore sociale, nel distretto di Pan Bendito. Sono anche fotografo, grafico e alle volte canto.

Come hai conosciuto i Salesiani?

Come poteva essere altrimenti, per strada? Avevo circa 18 anni e organizzavo attività per bambini in un quartiere difficile a Burgos. Qualcuno mi disse che avrei dovuto incontrare alcuni sacerdoti che erano venuti a fare qualcosa di simile e sembrava lo facessero bene.

Com’è nata la tua vocazione salesiana?

Continuavo le mia attività nel quartiere, ma collaboravo anche con il centro giovanile Illera e cominciai a partecipare alla vita di un gruppo di lì e alle preghiere. Un giorno mi diedero un libro su Don Bosco e pensai: ‘voglio essere come questo prete’.

Quale episodio della vita di Don Bosco richiama la tua attenzione?

Ce ne sono diversi. Dipende molto dalla fase in cui mi trovo. Nelle 3 biografie che ci ha lasciato Don Bosco – Domenico Savio, Michele Magone e Francesco Besucco c’è un momento comune, quando Don Bosco, dopo l’incontro con loro, gli chiede di cambiare qualcosa nella loro vita, a partire dalla loro realtà concreta e sempre per il servizio a Dio e ai compagni d’oratorio. Significa saper dire ad ogni giovane quello di cui ha bisogno per crescere come persona e come cristiano: è di un acume che poche persone hanno.

Come ti sembrano i giovani di oggi rispetto alla Chiesa?

Parliamo un linguaggio arcaico, le nostre chiese sembrano più musei che luoghi di culto, è necessario decodificare ciascuno dei riti perché abbiano un senso. Così l’avvicinamento sarà sempre un po' complicato; i giovani ci etichettano come “retrogradi”, noi rispondiamo che loro non s’impegnano, mentre ci dimentichiamo che la chiave è avvicinarli per dirgli che Dio li ama e che si aspetta molto da ognuno di loro, che devono vivere quell’esperienza personale.

Cosa credi direbbe Don Bosco ai giovani d’oggi?

Giocate, correte, saltate… state nelle reti sociali, girate video, metteteli su YouTube, giocate con i videogiochi, ascoltate la musica, ballate, uscite la sera, ma per favore non peccate!

InfoANS

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