El Salvador – Mons. Rivera Damas, SDB: l’amico silenzioso e umile di mons. Romero

26 Aprile 2017
Foto da: www.terredamerica.com

(ANS – San Salvador) – A mons. Óscar Romero il destino ha riservato il martirio, al suo primo successore, il salesiano mons. Arturo Rivera Damas, una morte silenziosa e improvvisa in un letto d’ospedale. Adesso sono entrambi sepolti nella cattedrale di San Salvador, uno tumulato nel bronzo di un monumento sepolcrale, l’altro ritratto sulla parete alle spalle del mausoleo di Romero. Dove del resto è sempre stato quando era in vita, alle spalle di Romero, silenzioso e umile, sostenendolo e difendendolo anche dal fuoco amico.

Paula Figueroa, che ha collaborato con entrambi, presenta la figura del Salesiano.

di Alver Metalli

Chi era mons. Rivera Damas?

Un arcivescovo di San Salvador, il quinto nella storia ecclesiastica dell’arcidiocesi e il primo a succedere a mons. Romero dopo il suo assassinio il 24 marzo del 1980. Nacque in un paese della zona centrale di El Salvador, San Esteban Catarina, nel dipartimento di San Vicente, un 30 settembre del 1923. Proveniva da una famiglia di classe media, perché tali erano Don Joaquín Rivera e Doña Ester Damas de Rivera che l’hanno messo al mondo. A mons. Romero lo legò una grande amicizia.

E che altro?

È l’uomo prudente che ha guidato la Chiesa di San Salvador durante gli anni difficili del conflitto armato in tutte le sue fasi, tra tentativi di negoziato e fallimenti. (…) Meriterebbe un Nobel per la Pace post-mortem perché se c’è qualcuno che ha lottato per la pace nel paese questi è stato lui: ha mediato nell’intercambio di persone catturate dai corpi di sicurezza e dall’esercito e ha salvato vite strappando alla guerriglia i sequestrati, senza far caso al rischio che correva la sua stessa vita. Ha ricevuto molte minacce di morte, ma è andato avanti senza esitazioni, finché Dio gli ha regalato la morte come un buon servo suo. (…)

Ha lavorato per la pace in un tempo oltremodo difficile, cercato il riavvicinamento tra le parti di una società ingiusta e dalla doppia morale, spendendosi con azioni concrete per questo obiettivo. Una volta firmati gli accordi di pace il 16 gennaio 1992 ha proposto programmi di riconciliazione ad una società profondamente ferita.

Giovanni Paolo II nel 1996, quando venne per la seconda volta in El Salvador disse che Rivera “è entrato nell’eternità dopo aver visto spuntare all’orizzonte la pace che lui, con gli altri vescovi di El Salvador, aveva cercato instancabilmente”. Morì il 26 novembre 1994, colpito da un infarto.

Non ha detto che è salesiano…

Lo è, e come tale venne ordinato sacerdote con questo carisma un 19 settembre del 1953, proprio in un paese come il nostro, El Salvador, con una abbondante popolazione giovane. Mons. Rivera Damas ha vissuto in profondità lo spirito salesiano, anche se le strade della formazione lo porteranno dapprima a prepararsi come canonista – ottenne un dottorato in Diritto Canonico nel Pontificio Ateneo Salesiano di Torino, in Italia – per poi venir nominato vescovo il 30 luglio del 1960 e designato ausiliare dell’arcivescovo di San Salvador mons. Luis Chávez González, un grande vescovo dalle idee conciliari. Sarà lui ad affidargli la responsabilità dell’attenzione sociale della Curia arcidiocesana che negli anni ’60 si estendeva ai dipartimenti di San Salvador, La Libertad, Cuscatlán e Chalatenango.

È stato anche vescovo ausiliare di mons. Romero…

Per sette mesi prima di essere nominato per la diocesi di Santiago de María nell’oriente del paese. Un tempo caratterizzato da una grande amicizia tra i due.

Che tipo di rapporto avevano?

Quando la Conferenza Episcopale di El Salvador negli anni ’80 attaccò mons. Romero, mons. Rivera Damas, come un fratello, s’identificò con il suo carisma e comprese che bisogna vivere la responsabilità episcopale con lo stile di Gesù e curare le necessità di un popolo che cercava libertà di espressione, dignità e giustizia sociale. Fu solidale con mons. Romero davanti alla persecuzione che visse il clero arcidiocesano e il 6 agosto sottoscrissero assieme la Lettera pastorale, che sarà la prima per mons. Rivera Damas e la terza nel magistero di monsignor Romero, dove affrontano il tema “Chiesa e organizzazioni politiche popolari”. Non bisogna dimenticare che negli anni finali del suo ministero, il Salesiano spingerà con forza il processo di canonizzazione di Romero, che considerava un vero martire della Chiesa.

Fonte: Terre d’America

InfoANS

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