Vaticano – “Dobbiamo garantire ai minori ambienti sicuri”: intervista a don Francesco Cereda dopo il summit sulla protezione dei minori

25 Febbraio 2019

(ANS – Città del Vaticano) – Si è concluso ieri in Vaticano l’incontro su “La protezione dei minori nella Chiesa”, che ha visto cardinali, arcivescovi, vescovi, superiori religiosi e responsabili di tutto il mondo confrontarsi sul problema degli abusi. All’incontro ha partecipato anche don Francesco Cereda, Vicario del Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, che ha raccontato come sono andati i lavori e cosa ci si aspetta al termine di questo summit.

Che clima si percepiva nel corso delle giornate?

Si respirava, indubbiamente, un clima fraterno, in cui era favorito l’incontro e lo scambio di opinioni tra i partecipanti. Si è avuto modo di dialogare con cardinali, vescovi, superiori, laici e, cosa molto importante, con alcune vittime degli abusi. C’era un clima, inoltre, di consapevolezza: la consapevolezza che il problema degli abusi sui minori non è un problema isolato, ma che al contrario coinvolge tutte le Chiese.

Cosa pensa delle strategie delineate per porre fine alla violenza contro i bambini?

Penso che con questi punti elencati da Papa Francesco si voglia affrontare il tema degli abusi sui minori nel modo più ampio possibile. Il Santo Padre ha parlato infatti della protezione dei minori non solo all’interno della Chiesa, ma in tutti gli strati della società. L’incontro è stato incentrato soprattutto sul tema degli abusi da parte dei chierici, ma non si può dimenticare tutto il resto della società, con cui i bambini e ragazzi entrano in contatto.

Dopo questo incontro, quindi, che aspettative ci sono per il futuro?

Alcune delle vittime chiedono che siano subito fatti concreti e che quanto fatto in questi giorni non resti solo un mucchio di parole. Chiaramente, dare una risposta immediata è impossibile. Azioni reali e concrete richiedono tempo e impegno. Quello che posso dire è che già oggi Papa Francesco è a lavoro per trasformare in fatti quanto detto in questo summit.

Secondo lei, quale percorso deve ora intraprendere la Congregazione Salesiana?

Sicuramente i salesiani devono andare avanti con i casi di abuso che sono già stati denunciati, affinché si arrivi alla verità e alla giustizia. Spesso ci si trova in situazioni in cui, per paura o vergogna, prevale il silenzio. Ecco, dobbiamo capire come aiutare a superare la cultura del silenzio, perché solo se si viene a conoscenza di un fatto, si può denunciare e superare. Per fare questo è necessario coinvolgere tutta la comunità, dagli educatori ai professori, dalle famiglie agli animatori. Dobbiamo garantire ai minori ambienti sicuri.

InfoANS

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