RMG – I pensieri del Beato Filippo Rinaldi, III Successore di Don Bosco
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07 Dicembre 2020

(ANS – Roma) – Sabato 5 dicembre la Famiglia Salesiana ha ricordato la memoria liturgica del Beato Filippo Rinaldi (1856-1931), III Successore di Don Bosco alla guida della Congregazione. Sin dalla sua prima professione, nel 1880, fino alla sua morte come Rettor Maggiore, fu coinvolto in una grande varietà di imprese carismatiche salesiane, pur mantenendo sempre un profilo piuttosto basso.

Da giovane sacerdote si occupò delle “vocazioni tardive” e, come Rettor Maggiore, lanciò la rete degli aspiranti missionari (il primo eretto nel 1922 a Ivrea). Durante il suo Rettorato (1921-1931) il numero dei salesiani professi, dopo gli orrori della I Guerra Mondiale, aumentò in modo esponenziale: da 4.638 Salesiani e 437 novizi nel 1921 si arrivò nel 1931a 8.059 Salesiani e 895 novizi.

Si contraddistinse per lo zelo missionario. La 61° spedizione missionaria salesiana, nel 1929, fu la più numerosa della storia salesiana: partirono 374 salesiani e 103 Figlie di Maria Ausiliatrice.

A lui si deve la crescita della Famiglia Salesiana: istituì l’associazione degli Exallievi e fondò l’Istituto secolare delle Volontarie di Don Bosco (VDB). Consolidò la struttura dei Salesiani Cooperatori e, attraverso l’ADMA, promosse una forte devozione a Maria Ausiliatrice.

Anche come Rettor Maggiore fu coinvolto nella guida spirituale di molti, dedicando tanto tempo alle Confessioni. La sua cura della vita interiore dei salesiani e dei membri di Famiglia Salesiana rese possibile il grande movimento vocazionale e missionario.

In occasione della sua festa le VDB hanno condiviso alcuni dei “Pensieri” del Beato Filippo Rinaldi, riportati qui di seguito:

  • Nel raccoglimento, nel silenzio interiore, si ascolta la voce di Dio e si forma l’anima consacrata.
  • Fare tutto il bene possibile, secondo lo spirito di Don Bosco.
  • Abbiate cura della vita interiore; abbiate uno spirito buono, senza preoccuparvi del successo.
  • Ama il Signore e, nell’amore del Signore, ama il tuo prossimo. È il vero compimento della vita consacrata.
  • Una persona profondamente umile e mite si dona volentieri agli altri, si sacrifica generosamente, ama Nostro Signore più perfettamente.
  • Quando obbediamo alle disposizioni che Dio ha fatto per noi, giorno per giorno, facciamo la volontà di Dio.
  • La vita è lavorare. Chi vive lavora; quando non si fa nulla, si muore.
  • Rimanete uniti nello stesso spirito e vi capirete più facilmente.
  • Gentilezza e cortesia negli sguardi, nei rapporti, nelle parole: conquistare tutti con la bontà.
  • Gesù ha versato tutto il suo sangue in obbedienza al Padre e per salvare l’umanità. Gesù, il nostro modello, è stato obbediente fino alla morte sulla Croce.
  • Non dobbiamo aspettarci di fare cose straordinarie in materia di spirito. Siate semplici come i bambini.
  • La pietà è come il cibo, ed è la prima cosa che viene data alla creatura. È il cibo della vita cristiana, quindi non dobbiamo smettere di nutrirla, affinché la vita spirituale non venga meno in noi.
  • L’essenza della vera pietà sono la Santa Comunione, le buone opere e, meglio ancora, l’imitazione di quella che vogliamo onorare: Maria Santissima.

Fonte: AustraLasia

InfoANS

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