Brasile – È possibile l’Educomunicazione nelle parrocchie?
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31 Ottobre 2017

(ANS – Brasilia) – Il mondo attuale è segnato dalla comunicazione e le nuove generazioni nascono e si sviluppano negli ambienti digitali. È necessario educare alla comunicazione e nella comunicazione. In un contesto scolastico tutto questo diventa possibile e realizzabile, ma in un contesto parrocchiale, è possibile parlare di Educomunicazione?

di suor Márcia Koffermann, FMA

Non solo è possibile, ma è urgente che la Chiesa rivolga lo sguardo alla comunicazione, perché in definitiva evangelizzare è comunicare. E la comunicazione del Vangelo è responsabilità di ogni cristiano. Il mandato missionario di andare ad evangelizzare tutti i popoli è alla radice e all’origine del cristianesimo. Secondo l’enciclica di Papa Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio: “Il primo areopago del tempo moderno è il mondo delle comunicazioni (...). Non basta, quindi, usarli (i mezzi di comunicazione, NdR) per diffondere il messaggio cristiano e Magistero della chiesa, ma occorre integrare il messaggio stesso in questa nuova cultura”.

Comunicare: la cultura dei giovani

È possibile constatare che la cultura della comunicazione si centra direttamente nella forma in cui i giovani vivono, si rapportano, organizzano il loro tempo, vedono il mondo. Pensare all’educomunicazione nell’ambiente ecclesiale è il modo migliore per avvicinarsi alle culture giovanili e rendere il Vangelo significativo per i giovani.

Il grande obiettivo dell’educomunicazione è creare ecosistemi comunicativi – cioè ambienti educativi ed evangelizzatori, dal clima familiare, che facciano sperimentare il senso della comunità. In tal modo, ogni parrocchia, ogni comunità ecclesiale può essere considerata un ecosistema in cui ogni persona, ogni attività realizzata, ogni parola detta e ogni scelta sono elementi costitutivi essenziali che definiscono ciò che vogliamo comunicare.

Evangelizzare è comunicare

Vale la pena riflettere su come le nostre parrocchie siano in grado di accogliere queste nuove culture giovanili. I giovani vogliono essere attori, soggetti dei processi, anche se spesso hanno difficoltà ad inserirsi in modelli istituzionalizzati. Se evangelizzare è comunicare, chi comprende meglio la comunicazione dei giovani stessi?

L’uso costante delle tecnologie digitali cambia il modo in cui i giovani leggono il mondo. Le parole spesso sembrano sgradevoli e in un mondo mediatico, un’immagine vale mille parole. Qui troviamo una prima sfida. Il cristianesimo è una religione fondata sulla Parola, pertanto: come educare i giovani ad ascoltare la Parola, sia la Parola di Dio, sia i segni di Dio nella propria vita? E ancora: come sfruttare l’intera cultura delle immagini che è caratteristica del cattolicesimo?

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