Portogallo – “L’umanità soccomberà perché manca una macchina?”: un tweet di João Nascimento, exallievo salesiano, genera una sinergia globale

20 Marzo 2020

(ANS – Lisbona) – Uno scienziato portoghese sta riunendo specialisti da tutto il mondo per sviluppare nuovi respiratori in formato open source (senza licenza commerciale): è João Nascimento, exallievo dell’Istituto Salesiano di Estoril, che attraverso Twitter, ha lanciato la sfida alla comunità accademica, a ricercatori, ingegneri, medici, sviluppatori di software e aziende tecnologiche per creare una soluzione veloce e delocalizzata di produzione di dispostivi sanitari, dato il grande fabbisogno attuale e globale a motivo della pandemia di COVID-19.

Con la comparsa del coronavirus in molti Paesi di tutto il mondo, ospedali pubblici e privati si sono presto resi conto di una triste realtà: non ci sono macchinari per la respirazione, per la ventilazione e polmoni artificiali sufficienti per assistere tutte le persone che ne avrebbero bisogni. I produttori di questi dispositivi dicono di non avere la “capacità di soddisfare la domanda globale”. Che fare dunque: restare fermi con le braccia incrociate ad aspettare? La risposta di tanti e tanti studiosi e scienziati e stata un secco: “no!”

L’ex studente salesiano João Nascimento attraverso Twitter ha allora lanciato la sfida e in poche ore dapprima centinaia e infine migliaia di esperti di vari settori hanno risposto al suo appello.

Al quotidiano “Observador”, che sta seguendo l’avanzamento del progetto, João Nascimento ha detto che esso è la prova tangibile che l’umanità, quando lavora unita e solidale, non ha confini, anche se ha sottolineato che “allo stato attuale non è possibile fare previsioni su risultati o applicazioni immediate”.

João Nascimento studia attualmente Neuroscienze e Filosofia all’Università di Harvard ed è il mentore del “Progetto Aria Aperta”, basato sulla piattaforma Slack e con diversi canali di discussione.

 “Come è nata l’idea e come è nato il progetto dei respiratori meccanici open source?”, gli ha chiesto la giornalista Laura Cordeiro. “Sono una di quelle persone che non riescono a stare ferme o ad aspettare che le cose accadano – ha spiegato l’exallievo salesiano – Ovviamente, di fronte a una pandemia mondiale ho pensato di smantellare il problema: qual è la causa principale dei decessi? Qual è la ragione principale della mancanza di ventilatori? L’umanità soccomberà perché manca una macchina? Ho iniziato a pensare alla macchina, che è essenzialmente in materiale plastico, il che mi ha portato subito all’idea che possa essere prodotta a partire da uno stampo e, quindi, riproducibile con la tecnologia delle stampanti 3D... Ecco come sono arrivato a Twitter e alla mia ricerca di ventilatori e macchinari per la respirazione open source”.

“Non sono il creatore di nulla – si schermisce João – mi sono solo unito alle persone che ci stavano già pensando e ho suggerito di organizzarci. Il merito va interamente a chi ci sta lavorando, sta ricercando e si impegna per trovare soluzioni”.

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