RMG – “Diamo assistenza, aiutiamo, accompagniamo”: verbi mai dimenticati dai salesiani in Africa e in America nel tempo del coronavirus

03 Aprile 2020

(ANS – Roma) – I salesiani si preparano al peggiore dei casi. Consapevoli della situazione in Europa, coloro che hanno partecipato al 28° Capitolo Generale celebrato a Torino, una volta ritornati in patria si sono volontariamente messi in quarantena. Alcune comunità hanno subito perdite di salesiani a causa di Covid-19. In particolare in Spagna e in Italia ci sono state comunità con molti contagiati e ricoveri. In tutto il mondo le comunità salesiane hanno sospeso le normali attività e serrato cortili, templi, aule; ma non si sono chiuse dentro. Continuano ad occuparsi dei giovani e delle persone in difficoltà, continuano a prendersi cura di loro, ad aiutare e ad accompagnare.

I governi hanno adottato misure che vanno dal divieto di circolazione alla chiusura delle frontiere e al divieto di attività pubbliche. “Quello che è chiaro è che questa pandemia va a peggiorare le condizioni di vita delle persone già povere. Sono prese tra l’incertezza e la paura”, afferma don Jacob, un missionario salesiano in Sudan.

Eppure, in ogni Paese i salesiani si pongono la stessa domanda, frutto della paura che la pandemia provochi una catastrofe umanitaria. Come sarà possibile sopravvivere per quella gran massa di persone che vive di economia sommersa e che, se non esce per strada, non ha il sufficiente per sfamarsi?

Le infezioni da coronavirus sono in aumento in tutti i paesi dell’Africa e dell’America. Un caso paradigmatico è l’Ecuador.

Il salesiano Hernán, dal Benin, si rammarica che “a causa delle condizioni sanitarie, si saprà che il coronavirus è arrivato quando ci saranno dei morti Nella parrocchia stiamo raccogliendo cibo perché quando scoppierà la crisi la popolazione verrà a chiederci il cibo” afferma.

Da Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, don Domingo racconta che “abbiamo con noi 40 ragazzi che non hanno famiglia e circa 80 orfani”.

Mentre da Mbuji-Mayi, don Mario Pérez assicura che i salesiani sono particolarmente preoccupati per il colera. “Viviamo con 127 bambini di strada accusati di stregoneria e ogni giorno ne arrivano altri”.

La preoccupazione dei salesiani è per i bambini di strada, i migranti e i rifugiati.

La preoccupazione maggiore in Angola è la cura dei bambini di strada. Maximo, un coadiutore salesiano, spiega che “il governo ci ha chiesto di accogliere un altro centinaio di bambini di strada. Attualmente ne curiamo già quasi 300 in diversi centri”.

Anche i salesiani in America hanno una chiara preoccupazione: “Le persone più svantaggiate, la cui vita quotidiana consiste in quello che ricevono per strada, e i migranti e i rifugiati in molti Paesi”, spiega Juan Carlos Quirarte, coordinatore della rete America Social Salesiana, che abbraccia 19 paesi.

Fonte: “Misiones Salesianas” (Spagna)

InfoANS

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