Guatemala – I salesiani nel Petén trasmettono la speranza in tempo di pandemia

06 Aprile 2020

(ANS – San Benito Petén) – “Prima o poi sarebbe arrivato anche da noi”. Il COVID-19 non ha risparmiato neanche il Guatemala, come ha confermato via mail, dalla missione di San Benito Petén, il missionario salesiano don Giampiero de Nardi. Nel Paese centroamericano, che già ordinariamente patisce la carenza di strutture sanitarie, i casi confermati di contagio sono relativamente pochi, 70, con tre vittime accertate. Ma al di là dei numeri, la comparsa del virus ha inevitabilmente comportato la necessità di tutte le misure restrittive per la prevenzione.

Da metà marzo in Guatemala scuole e università sono chiuse, così come è proibito organizzare qualsiasi riunione. Sebbene lo stesso Presidente, Alejandro Gianmattei, abbia chiesto ai suoi connazionali di pregare per il Paese, ovviamente sono state sospese anche le Messe pubbliche. E anzi, in vista del prolungarsi della pandemia, tali misure sono poi state prorogate almeno fino al prossimo 12 aprile.

A San Benito Petén la missione salesiana si è subito attrezzata per dare risposte pastorali, sociali e spirituali alle esigenze della popolazione. Negli ultimi giorni in cui era possibile celebrare pubblicamente l’Eucaristia i salesiani si sono recati nei diversi villaggi per informare la popolazione in merito ai pericoli e alle contromisure necessarie per contrastare il coronavirus.

“Abbiamo pensato che la Messa fosse l’unico luogo in cui la gente si riunisce e dove la gente può essere informata su come fronteggiare l’emergenza – racconta don de Nardi –. La mia omelia si è trasformata più in una spiegazione medica, ma credo che in questi casi, il bene e la cura della persona vengano di pari passo con la spiegazione della Parola di Dio; anche perché, per quel poco che ho capito della fede cristiana, dividere il Pane dal pane, le cose del Cielo dalle cose materiali non è da Dio... Chi divide infatti è il diavolo. Per cui il servizio alla gente è il modo concreto di testimoniare la nostra fede”.

Le parole finali espresse da un catechista a don de Nardi sono esplicative: “‘Grazie padre che è venuto a trovarci e non ci ha abbandonati’ mi ha testimoniato. Forse è poco quello che facciamo ma per la gente vale molto”.

Successivamente i salesiani hanno iniziato a riprendere e trasmettere attraverso Facebook tutte le celebrazioni religiose. In tal senso la parrocchia salesiana è attiva quotidianamente con il Rosario e la Messa; la Via Crucis al Venerdì; e due Messe, una al mattino e una al pomeriggio, la domenica. E sempre via web è stato festeggiato, lo scorso 4 aprile, il santo patrono della città, San Benedetto da San Fratello (localmente conosciuto come San Benito de Palermo).

Anche le celebrazioni della Famiglia Salesiana e della Chiesa Universale vengono rilanciate e accompagnate. La comunità ha infatti condiviso la Novena straordinaria a Maria Ausiliatrice e il Momento straordinario di preghiera presieduto dal Santo Padre a Piazza San Pietro lo scorso 27 marzo.

E ieri, per la domenica delle Palme, la comunità salesiana si è organizzata per condividere i rami benedetti tra le varie missioni e cappelline, riducendo comunque al minimo i contatti umani e provvedendo alle necessarie misure cautelari.

Le reti sociali permettono poi ai salesiani non solo di condividere la vita spirituale con la popolazione, ma anche di inviare messaggi di speranza e vicinanza. #QUÉDATEENCASA - #NosPreocupamosPorTuSalud, sono gli hashtag ricorrenti. Mentre ieri, domenica 5 aprile, è stato ricordato a tutti che “la Settimana Santa non è sospesa, solamente la viviamo ciascuno a casa propria”.

La prospettiva offerta a tutti è una visione ricca di speranza salesiana: “Torneremo di nuovo a riunirci, per continuare a vivere la gioia di essere Figli di Dio e di Don Bosco sognatore”.

InfoANS

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