Albania – Tra le montagne del Kelmend, portando cibo agli “invisibili”

16 Aprile 2020

(ANS – Tirana) – I volontari dell’ONG salesiana “Volontariato Internazionale per lo Sviluppo” (VIS) anche in tempo di pandemia restano attivi per aiutare i più bisognosi. Tommaso Casati, project officer del VIS in Albania, racconta le difficoltà, le motivazioni e le soddisfazioni nell’aiutare la gente più bisognosa di quella che oramai sente essere divenuta la sua nuova casa.

Sabato 4 aprile, ore 7:30 del mattino. Quattro colleghi e il sottoscritto saliamo in macchina in direzione Kelmend, un’area montuosa nel Nord dell’Albania, dove il VIS opera dal 2009. Davanti a noi, due furgoni che con difficoltà si inerpicano per la strada in salita, stracarichi di sacchi di farina e generi alimentari di prima necessità.

L’obiettivo è quello di consegnare questi pacchi alimentari ad alcune famiglie particolarmente bisognose che abitano una delle regioni più isolate e inviolate di tutta l’Albania. Dodici ore dopo ritornavamo nelle nostre case, con qualche muscolo dolorante (almeno il sottoscritto) ma soddisfatti di aver dato il nostro contributo, per quanto piccolo. Iniziava così la nostra attività di distribuzione di beni di prima necessità ad alcune tra le famiglie più bisognose della regione di Malesia e Madhe (“la Grande Montagna”), la nostra area di progetto, che sarebbe continuata per altri 4 giorni.

L’Albania, il paese che circa 10 mesi fa mi ha accolto ed è diventato la mia casa, è un paese ancora in gran parte rurale, e dove la maggior parte delle famiglie vive di un’economia di sussistenza, informale e invisibile nelle statistiche ufficiali. In questi anni di impegno nel Nord dell’Albania, Il VIS ha portato avanti un percorso di sostegno, in termini sia economici e che di formazione, ai piccoli agricoltori, produttori e operatori turistici a gestione familiare. Ed ora, in questo momento di crisi causato dalla diffusione di un virus che tutti ormai abbiamo imparato a conoscere bene, molti di loro si ritrovano completamente isolati, senza una fonte di reddito per il sostentamento delle proprie famiglie e senza poter accedere ad aiuti statali, appunto perché molti ancora non registrati, di fatto invisibili.

In momenti difficili come questo, si sente il bisogno di fare qualcosa per le persone più in difficoltà. E se lavori per una ONG con la storia e la missione del VIS, aiutare il prossimo diventa un dovere morale. Deviando un po’ dalle stringenti logiche e dagli obiettivi di progetto, abbiamo deciso, in accordo con le istituzioni, di destinare dei fondi, provenienti dalla Cooperazione Italiana, all’assistenza a 78 famiglie tra le più vulnerabili del Nord Albania. È stata già inoltre programmata un’ulteriore distribuzione di pacchi alimentari tra circa tre settimane, quando le scorte appena consegnate saranno terminate.

E per chiudere, un ultimo pensiero personale. Se mai ce ne fosse stato bisogno, in questo momento difficile, ho avuto l’ennesima riprova dell’umanità e della bontà d’animo del popolo albanese. L’invio di personale sanitario in Italia, le numerose testimonianze di vicinanza e solidarietà all’Italia ricevute, la passione e dedizione dei miei colleghi albanesi durante le giornate di assistenza alle famiglie sono segnali incoraggianti per il futuro di questo Paese, perché, a mio parere, solo con grandi o piccoli gesti di generosità, solidarietà e forte senso civico si può uscire da questo momento buio e da altri che verranno, più forti di prima.

Fonte: VIS

InfoANS

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