Siria – “Speravamo che il peggio fosse passato… Ma ora ci rendiamo conto che stiamo per morire di fame”

22 Giugno 2020

(ANS – Damasco) – Sempre più forte dai giovani e dalle loro famiglie in Siria arriva un grido di disperazione e di richiesta di aiuto. Da oltre un anno i salesiani avevano iniziato tutta una serie di progetti a favore della nascita e dello sviluppo della micro-impresa locale e sembrava che ciò stesse portando i suoi frutti, ma la crisi economica del Libano (con il congelamento da parte delle banche di tutti i risparmi, anche di quelli dei cittadini siriani) e la pandemia di Covid-19 hanno causato un brusco arresto e un repentino deterioramento della situazione a tutti i livelli: economico, sanitario, sociale, educativo, politico.

Di seguito riportiamo la testimonianza, tragica e preoccupata, di un collaboratore dell’Ufficio di Pianificazione e Sviluppo dell’Ispettoria del Medio Oriente (MOR), residente in Siria.

Ho 25 anni e vivo a Jaramana, un quartiere alle porte di Damasco che con la guerra è diventato una città che ha accolto moltissimi rifugiati.

La crisi politica è iniziata il 15 marzo 2011, quando sono cominciate le proteste nel governatorato di Daraa, contro il governo siriano in generale e il presidente Bashar Al Assad in particolare.

In quel periodo, ero ancora al liceo, all’undicesimo anno di scuola superiore, e le aree di Damasco e i governatorati attigui non hanno risentito all’inizio di questi tumulti, che nel frattempo si sono gradualmente propagati a Homs, Hama, Idleib, Raka, Deir Alzor, Hassake e Aleppo.

Poi, nel 2013, la tensione è iniziata a crescere nel Governatorato di Damasco Rurale, all’interno di Jobar, Ghouta, Harasta, Mleha, Erbeen e Douma. La situazione è precipitata velocemente, quando dal 2012 alcune forze armate di Jihadisti e dell’ISIS hanno cominciato a stabilirsi e a controllare l’80% dei territori siriani, prima che l’esercito russo arrivasse all’ultimo minuto, quando pensavamo che la salvezza sarebbe stata impossibile.

In seguito, è iniziata la lotta per i territori siriani con da una parte gli eserciti siriano e russo e dall’altra l’ISIS, l'Esercito Libero, la Jihad musulmana e diversi gruppi armati che non conosciamo! Gli attacchi di questi ultimi hanno portato a 6,2 milioni di sfollati all’interno della Siria, 5,6 milioni di rifugiati, aree, quartieri ed edifici completamente distrutti, per non parlare degli edifici parzialmente distrutti in tutto il Paese.

Il governo ha risposto con la forza e ha iniziato a bombardare le aree occupate, e a ciò altri gruppi hanno risposto con ulteriori bombardamenti non sull’esercito, ma sui civili che vivono nelle aree controllate dal governo, e questo ha portato a più di 586.000 vittime ufficialmente registrate – ma pensiamo che ci siano ancora più vittime non registrate.

La città in cui vivo, Jaramana, ha ricevuto migliaia di colpi di mortaio nel corso degli anni e ha assistito a diverse esplosioni di auto che hanno causato centinaia di morti.

Ora, dopo che la situazione si è aggravata nel nord della Siria, con la Turchia che ha attaccato insieme le aree popolate dai Curdi e il governo, la situazione economica è cominciata a cambiare gradualmente dopo una relativa stabilizzazione raggiunta tra il 2016 e gli inizi del 2020.

La prima, principale e diretta ragione è stata rappresentata dalla crisi economica in Libano, il principale canale di relazioni e commerci tra la Siria e il mondo, nonché la fonte di tutte le importazioni; a ciò si è aggiunto lo scoppio della pandemia che ha fatto sì che il governo imponesse un coprifuoco e restrizioni alla popolazione, il che ha fatto sì che una gran parte della popolazione perdesse la propria fonte di reddito per tre mesi interi, e un’altra parte di popolazione perdesse totalmente il lavoro.

Nel 2011 il tasso di cambio tra il dollaro statunitense e la lira siriana era di 1 a 45, tra il 2016 e il 2019 il tasso è aumentato aggirandosi tra i 500 e 600 lire siriane per dollaro. Nelle ultime settimane, la valuta è totalmente crollata e ondeggia tra le 2.000 e le 3.000 lire siriane per 1 dollaro, seconda le oscillazioni quotidiane.

I salari mensili del settore pubblico e privato sono leggermente aumentati, tra il 2011 e il 2020, attestandosi in media tra 39 e 62 dollari, ma il costo della vita è di circa 465$. Si stima che una famiglia di 4 persone consumi circa 180 dollari solo per l’alimentazione.

La gente ad oggi vive in condizioni di povertà estrema e non ha le risorse necessarie a coprire i bisogni fondamentali. Ho visto con i miei occhi persone mangiare dai cassonetti della spazzatura per strada, e non erano senzatetto: erano solo persone affamate che non avevano soldi per comprare cibo!

La popolazione siriana ha dimostrato resistenza e resilienza negli anni passati ed è riuscita a mantenere una speranza nel futuro. La situazione attuale sta cancellando qualsiasi speranza rimasta, anche in me, e tutti si rimproverano di non aver lasciato il Paese, anche se sanno di non averlo fatto perché temevano per la loro vita, considerati i grandi rischi da affrontare per fuggire.

Conosco molte persone che sono morte durante il processo di fuga dal Paese, ma ora la gente ha cominciato a credere che valesse la pena di rischiare, perché era meglio morire provandoci che vivere in questa situazione.

Tutti sono preoccupati perché ci si aspetta che il valore della moneta diminuisca sempre di più e la maggior parte delle persone teme che il dollaro raggiunga le 5000 lire al cambio o anche di più, soprattutto dopo l’istituzione delle nuove sanzioni previste dalla Caesar Authority statunitense (che rafforzeranno le sanzioni esistenti,  impedendo a chiunque nel mondo di fare affari con funzionari o istituzioni statali siriane o di partecipare alla ricostruzione del Paese devastato dalla guerra, e che prendono di mira anche chiunque sia coinvolto nel contrabbando verso la Siria, soprattutto dall’Iraq e dal Libano).

Le istituzioni educative hanno dovuto aumentare i loro prezzi del 100% in più rispetto a prima e le possibilità di accesso ad un’educazione di qualità sono ora ridotte al minimo. Speriamo che al più presto si possa realizzare la costruzione della nuova opera salesiana a Jaramana, che prevede anche la realizzazione di un Centro di Formazione Professionale e un centro di primo soccorso e ambulatori medici gratuiti assieme al nuovo e grande oratorio.

Questa è la situazione peggiore a cui la Siria abbia mai assistito dall’inizio della guerra, è anche peggiore dei precedenti bombardamenti, rapimenti e uccisioni, perché ora la maggior parte delle persone sta combattendo contro la fame, che è più cruciale di qualsiasi altra guerra nel mondo.

“Di fronte a tanto strazio – conclude don Pietro Bianchi, SDB, Economo dell’Ispettoria MOR – non ci sono parole adeguate per commentare quanto la gente vive. Non spegniamo i riflettori su questa situazione! Noi, Figli di Don Bosco, salesiani e laici, rinnoviamo il nostro impegno a non abbandonare i fratelli che sono nella prova e nella disperazione. Pregate per tutti noi!”. 

InfoANS

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