Venezuela – Un “ritorno a scuola” segnato dalla fame e dalla paura del coronavirus

24 Settembre 2020

(ANS – Caracas) – Il Venezuela è passato dall’essere il Paese più ricco del Sud America ad una situazione paragonabile a quella delle Nazioni più povere dell’Africa. La crisi economica, politica e sociale che la popolazione sta soffrendo pone tutta la cittadinanza in condizioni di estrema povertà. Senza cibo, acqua, elettricità, medicine, carburante e, inoltre, con la costante minaccia del coronavirus, il ritorno a scuola diventa un rischio per i minori.

La situazione è critica per la popolazione, ma la pandemia rappresenta l’ultima preoccupazione per le famiglie. La priorità non è la paura del contagio, ma il poter mangiare. Il reddito medio giornaliero di un Venezuelano è l’equivalente di 0,55 Euro. La conclusione è chiara: oggi tutti sono poveri.

L’inflazione galoppa e per procurarsi cibo, carburante o medicine bisogna fare lunghe code. Così bambini e ragazzi diventano la fascia della popolazione più vulnerabile. Un recente studio rivela che lo stato nutrizionale (rapporto altezza/età) dei bambini in Venezuela è più simile a quello di Paesi africani come Nigeria o Zambia che a quello di qualsiasi altro Paese vicino.

Di fronte a questa situazione, i salesiani denunciano l’oppressione subita dalla popolazione e continuano a stare al fianco dei più bisognosi. L’aiuto principale consiste nella distribuzione di cibo, acqua e prodotti per l’igiene. Lo fanno soprattutto tra i bambini che ogni giorno partecipano a uno dei sette programmi che la “Red de Casas Don Bosco” ha in tutto il Paese. Ma aiutano anche i migranti di ritorno, organizzano “pentole della solidarietà” nelle parrocchie e accompagnano le comunità indigene in Amazzonia.

“L’emergenza coronavirus ha aggravato la crisi umanitaria iniziata nel 2016 e dalla quale non c'è via d’uscita. In questo momento il coronavirus è l’ultima delle nostre preoccupazioni, anche se le infezioni e i decessi sono in aumento, senza che si conoscano le cifre reali”, spiegano i missionari salesiani.

L’Associazione Civile “Red de Casas Don Bosco” offre ogni giorno, nei suoi sette centri, più di 700 colazioni e pasti ai bambini in situazioni di vulnerabilità, oltre a kit igienici. “Se non fosse per questo sostegno non avrebbero niente da mangiare, e abbiamo sempre più casi di malnutrizione”, dice Leonardo Rodriguez, Direttore di queste opere sociali salesiane.

Grazie al sostegno della Procura Missionaria salesiana di Madrid “Misiones Salesianas”, il programma offre ai bambini un paniere personalizzato per la colazione e il pranzo, mentre la distanza sociale e le misure igieniche sono mantenute in ogni momento.

Ma l’incertezza di questo mese influisce anche sul ritorno a scuola. In molti luoghi non ci sono insegnanti perché non sono stati pagati e nella maggior parte delle scuole è impossibile attuare le misure igieniche a causa delle carenze strutturali. In considerazione di questa situazione, la “Red de Casas Don Bosco” ha implementato una modalità di educazione d’emergenza nei suoi sette programmi, con un’iscrizione di 4.184 bambini e adolescenti.

In mezzo alle difficoltà, i salesiani, come farebbe don Bosco, continuano ad aiutare e a infondere speranza nella popolazione.

InfoANS

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