RMG – “Fratelli Tutti”: per una cultura di pace e di dialogo nel mondo

05 Ottobre 2020

(ANS – Roma) – Dopo la Lumen Fidei (2013) e la Laudato Si’ (2015), sabato scorso, 3 ottobre, Papa Francesco ha consegnato al mondo la sua terza enciclica, la seconda con un taglio “sociale” e chiaramente ispirata, sin dal titolo, dal Poverello di Assisi, da cui Papa Bergoglio ha preso anche il nome. Si tratta di un’enciclica dallo sguardo ampio, che è rivolta non solo ai cattolici, ma anche agli esponenti di altre religioni, ai non credenti e alle persone di buona volontà.

Fratelli Tutti non è un elemento singolare nel magistero del pontefice argentino, quanto piuttosto il frutto maturo di un lungo percorso. “Le questioni legate alla fraternità e all’amicizia sociale sono sempre state tra le mie preoccupazioni…. Ho voluto raccogliere in questa Enciclica molti di tali interventi collocandoli in un contesto più ampio di riflessione” esordisce il Papa nel proemio.

Nella fattispecie, testo fondamentale per capire la nuova enciclica e la sua portata è il “Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune” che il Santo Padre firmò ad Abu Dhabi con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, nel 2019, in quello che lui stesso definisce “non un mero atto diplomatico, bensì una riflessione compiuta nel dialogo e di un impegno congiunto”.

In un mondo segnato da molti problemi e contraddizioni – sogni in frantumi e progetti abbandonati, cultura dello scarto, mancato rispetto dei Diritti Umani, comunicazione illusoria… – si è aggiunta d’improvviso la piaga della pandemia, che ha reso evidente “l’incapacità di agire insieme”.

Ma lo sguardo del Papa non si ferma solo sui toni scuri. La via d’uscita c’è e passa per la via della compassione e della misericordia, passa attraverso l’esempio del Buon Samaritano, che “sicuramente egli aveva i suoi programmi per usare quella giornata… ma è stato capace di mettere tutto da parte davanti a quel ferito, e senza conoscerlo lo ha considerato degno di ricevere il dono del suo tempo”.

Come il protagonista della parabola, un Samaritano, non si è curato delle differenze tra sé e la vittima, un Giudeo, così anche oggi il Papa invita tutti ad allargare i propri orizzonti, “dando alla nostra capacità di amare una dimensione universale”.

L’invito del Papa, pertanto, è quello di fare ciascuno la propria parte: “Non dobbiamo aspettare tutto da coloro che ci governano, sarebbe infantile”; per edificare un mondo aperto improntato alla fratellanza è necessario “cominciare dal basso e caso per caso, lottare per ciò che è più concreto e locale”, consapevoli che “c’è un riconoscimento basilare da compiere per camminare verso l’amicizia sociale e la fraternità universale: rendersi conto di quanto vale un essere umano, quanto vale una persona, sempre e in qualunque circostanza”.

L’enciclica papale Fratelli Tutti si pone come una tabella di marcia verso il dialogo tra i popoli e la misericordia tra individui, per costituire una cultura di fratellanza universale tra gli uomini.

Il testo integrale dell’enciclica è disponibile in varie lingue sul sito vaticano. 

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