Pakistan – Don Gabriel Cruz, missionario salesiano: “Non è facile essere cattolici in Pakistan”

30 Novembre 2020

(ANS – Lahore) – Don Gabriel Cruz è un salesiano messicano con 23 anni di vita religiosa salesiana e 14 anni di sacerdozio. Ha sempre voluto essere un missionario e l’attuale Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha approvato la sua domanda e nel 2018 lo ha assegnato al Pakistan. Negli ultimi mesi il coronavirus ha bloccato la maggior parte delle attività salesiane anche in Pakistan, ma i Figli spirituali di Don Bosco continuato comunque a servire la popolazione e a fornire aiuti di emergenza.

Oggi don Cruz si trova a Lahore, città che confina con l’India. I salesiani sono lì e a Quetta da 21 anni, sono apprezzati “sia civilmente, sia ecclesialmente”, sostiene il religioso.

Il lavoro è molto vario: a Lahore vi sono un istituto tecnico, una scuola elementare, un convitto per bambini, laboratori per ragazze e un centro giovanile aperto il sabato. A Quetta, invece, vi sono una scuola e due convitti, uno maschile e uno femminile.

Nel convitto di Lahore i salesiani servono oltre 130 bambini e giovani. “Offriamo loro alloggio, cibo, educazione e formazione religiosa. La maggior parte di loro sono cattolici, ma abbiamo anche giovani internisti di altre confessioni cristiane. La scuola e l’Istituto Tecnico di Lahore invece è frequentato da oltre 200 studenti, tra cui alcuni musulmani” racconta.

I Figli spirituali di Don Bosco offrono anche laboratori di cucito, sartoria, trucco e maquillage per ragazze. “Circa 50 ragazze, tra cattoliche, cristiane e musulmane, frequentano i nostri laboratori” aggiunge don Cruz.

A tutti i loro allievi i salesiani offrono “insegnamenti tecnici, affinché possano avere opportunità di lavoro in futuro”. Ma soprattutto per gli allievi cristiani l’educazione è di importanza vitale. “Non è facile essere cattolici qui, perché il Pakistan è uno dei Paesi musulmani più conservatori che esistano. I cristiani sono una minoranza e sono considerati di minore importanza. Abbiamo poche opportunità all’interno della società”, riconosce il missionario.

Eppure, testimonia, “i giovani cristiani pakistani sono straordinari! Hanno occhi luminosi, pieni di vita e di sogni, sognano grandi cose, vogliono studiare, lavorare, conoscere altri luoghi, sono buoni sportivi... Vengono tutti da famiglie povere dove il rispetto per Dio e per gli altri gli viene trasmesso con grande devozione”.

“Il lavoro dei salesiani in Pakistan cresce e migliora di giorno in giorno. Non siamo in guerra e non ci sono persecuzioni religiose, ma i cristiani sono considerati impuri e quindi in molte regioni ci respingono direttamente. Ma il futuro di Don Bosco in Pakistan è promettente perché c’è molto da offrire ai giovani e sono molti quelli che intendono diventare salesiani e missionari”, conclude don Cruz.

Fonte: Misiones Salesianas

InfoANS

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