Haiti – La pandemia aggrava i problemi sociali ad Haiti

12 Gennaio 2021

(ANS - Port-au-Prince) – Sono trascorsi 11 anni da quel 12 gennaio 2010 che sconvolse la vita della popolazione di Haiti. La terra ha tremato per 45 interminabili secondi, causando 300.000 vittime, colpendo 1,5 milioni di persone e distruggendo il 90% delle scuole presenti su tutto il territorio. La pandemia di Covid-19 ha aggravato i problemi del Paese, con oltre sei milioni di persone che vivono in povertà e il 60% della popolazione disoccupata.

Ad Haiti, i missionari salesiani continuano a lavorare a fianco della popolazione, servendo ogni anno più di 24.000 bambini e giovani nelle loro scuole ricostruite, ma non basta. La pandemia, infatti, ha peggiorato notevolmente i disagi sociali.

"Noi salesiani siamo stati tra i primi a impegnarci nella ricostruzione; una ricostruzione prima dell'essere umano e poi delle infrastrutture – ha spiegato don Jean Paul Mesidor, Superiore della Visitatoria salesiana di Haiti – In questo decennio abbiamo lavorato duramente alla ricostruzione di molti dei nostri centri, ma nel corso degli anni questo slancio si è affievolito. Oggi tutto è paralizzato e dobbiamo affrontare altre emergenze come la pandemia", ha aggiunto.

Covid-19 si inserisce in un contesto già segnato da violenza, insicurezza e povertà e sta lasciando gravi conseguenze socio-economiche. Come spiega ancora don Mesidor, molti bambini hanno abbandonato la scuola a causa dei problemi economici delle famiglie e migliaia di persone hanno perso il lavoro.

Durante i mesi di confinamento, i salesiani sono stati al fianco della popolazione: hanno realizzato programmi di sensibilizzazione sulle misure di protezione, distribuito più di 8.000 mascherine, fornito kit igienici e cibo a più di 3.000 famiglie vulnerabili e avviato un progetto di distribuzione di sementi e attrezzi agricoli per aiutare 1.500 famiglie.

Inoltre, Misiones Salesianas, la Procura Missionaria Salesiana di Madrid, continua a investire sull’educazione, con borse di studio per aiutare gli studenti senza risorse. “Crediamo ancora nell'istruzione come unica via d'uscita per i bambini e i giovani più poveri. Saranno sempre più poveri se non avranno accesso all'istruzione", conclude don Mesidor.

InfoANS

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