Mongolia – Festa per i 30 anni della presenza della Chiesa nel Paese

15 Luglio 2022

(ANS – Ulan Bator) – In un Paese di missione come la Mongolia – dove i cattolici sono circa 1.300, su una popolazione di oltre 3 milioni di persone – fare memoria delle proprie radici e unire le forze con tutti gli attori dell’evangelizzazione sono due attitudini fondamentali per poter continuare a seminare il Vangelo. Ecco perché i salesiani presenti in Mongolia sono stati lieti di celebrare con il resto della piccola realtà ecclesiale del Paese il 30° anniversario di presenza della Chiesa Cattolica in Mongolia.

Fu nel luglio del 1992, dopo la caduta del regime comunista, che la Chiesa poté tornare nel Paese: i primi missionari inviati appartenevano alla Congregazione del Cuore Immacolato di Maria ed erano i padri Wenceslao Padilla, Gilbert Sales e Robert Goessens.

Per questo, il 9 luglio scorso, mons. Alfred Xuereb, Nunzio apostolico in Corea del Sud e in Mongolia, con il suo segretario e con il Prefetto Apostolico di Ulan Bator e Cardinale eletto Giorgio Marengo, e insieme a tutti i missionari della Mongolia – compresi i salesiani – e a padre Gilbert Sales, venuto appositamente dalle Filippine, e ad alcuni amici mongoli, si sono riuniti sulla tomba di mons. Wenceslao Padilla, che fu il responsabile della Missione “Sui Iuris”, dal 1992, e poi il primo Prefetto Apostolico di Ulan Bator, fino alla sua morte, nel 2018.

Per l’occasione il Nunzio Apostolico ha benedetto il nuovo altare accanto alla tomba di mons. Padilla e ha celebrato la Messa. Quindi mons. Marengo ha condiviso alcune informazioni sulla missione della Chiesa nel Paese e ciò che si sta realizzando, e ha affermato che tutti insieme si sta costruendo il sogno del defunto mons. Padilla, “che oggi sarà felice di vederci dal Cielo riuniti intorno a lui, amando e servendo umilmente la nostra amata Mongolia”.

La celebrazione principale è avvenuta il giorno seguente, domenica 10 luglio: al mattino presto molti parrocchiani sono arrivati alla cattedrale da molti luoghi, i più lontani da oltre 400 km di distanza, portando con sé anche cibo e bevande per la festa. Alcuni sono venuti e hanno iniziato a cucinare intorno all’area. Alle 10:00 molti sacerdoti sono stati invitati a confessare i tanti convenuti, mentre la cattedrale si riempiva di persone: ospiti, visitatori, molti leader di diverse religioni...

Durante la solenne Eucaristia il Nunzio ha espresso un messaggio di gratitudine: a Dio, ai pionieri e ai missionari che ancora vivono e lavorano per la missione della Chiesa mongola! Ma le sue parole di gratitudine si sono estese anche al governo locale, al popolo, ai fedeli e a tutti gli amici dentro e fuori il Paese che accompagnano in vario modo, fattualmente o con le preghiere, questa missione.

“La missione è iniziata 30 anni fa: è molto tempo, ma per Dio sembrerà come se fosse ieri... e la missione continua, ancora con molte sfide e cambiamenti, ma tutto nella speranza, nella fede, nel sacrificio e nella testimonianza!” ha commentato don Andrew Tin Nguyen, Salesiano di Don Bosco originario del Vietnam e attivo a Darkhan.

La presenza salesiana in Mongolia è affidata alla cura dell’Ispettoria “San Giovanni Bosco” del Vietnam (VIE), ed è stata avviata nel 2001, con una scuola tecnica e un oratorio aperti nella capitale, Ulan Bator. Nel 2004 è stata avviata una parrocchia con oratorio a Darkhan, nella regione centro-settentrionale del Paese; infine, dal 2016, hanno assunto anche la cura pastorale della missione di Shuwuu, non distante della capitale.

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