Ucraina – Estate Ragazzi salesiana a Kiev. La voglia di normalità e di pace è più forte della guerra

01 Agosto 2022

(ANS – Kiev) – Iniziano proprio oggi, 1° agosto 2022, a Kiev, le attività dell’Estate Ragazzi salesiana. Nonostante la guerra che ancora prosegue nel Paese e nonostante tutte le brutture che ha generato, c’è ancora voglia di vita tra i bambini, i ragazzi e i giovani ucraini rimasti nella capitale del Paese e nelle aree circostanti. Anzi, forse proprio a causa della guerra, di voglia di vita ce n’è ancora più di prima. Ed è per questo che i salesiani, che hanno preso la decisione di rimanere sempre al fianco dei giovani e del popolo loro affidato, ripartono con una nuova proposta di animazione tutta per loro.

Giochi, corse a perdifiato, merende all’aria aperta, scherzi, piccoli laboratori artistici, tempi per la riflessione, momenti di condivisione, occasioni di crescita mediante il servizio… Quello che accade in ogni oratorio da secoli, e soprattutto d’estate, con i tempi più rilassati per la pausa dalle normali attività, i Figli di Don Bosco intendono proporlo, per una settimana, a partire da oggi, anche a Kiev.

L’iniziativa l’hanno lanciata anche con un video, diffuso sulle reti sociali. I primi destinatari sono i bambini, le ragazze e i ragazzi incontrati con l’esperienza degli oratori itineranti, iniziata appena la guerra ha allentato un po’ la presa sulla capitale e sui villaggi intorno.

“Andiamo nei villaggi della parte nord-ovest della regione di Kiev, che per quasi due mesi sono stati occupati dall’esercito russo e offriamo la nostra presenza ai ragazzi che sono rimasti qui e che sono stati vittime di questa guerra” ha spiegato il Direttore della comunità salesiana a Kiev, don Maksym Ryabukha, che è anche colui che sta organizzando il tutto.

Ma non è solo la capitale ucraina ad essere interessata da questa proposta. Per restare fedeli all’eredità di Don Bosco di servire i giovani, e tra questi i più bisognosi, nelle prossime settimane dei campi analoghi verranno realizzati anche in altre realtà tra le più provate dalla guerra, nella zona di Chernobyl e nella regione di Poltava in un villaggio dove sono ospitate delle famiglie di profughi.

Nonostante le difficoltà di realizzare tali iniziative in un Paese ancora vittima di bombardamenti e aggressioni, don Ryabukha e l’équipe di suoi collaboratori sono motivatissimi, perché hanno una missione importante da realizzare: “Cerchiamo di far vivere almeno qualche momento sereno ai giovani che hanno visto la morte in faccia e che cercano con tutte le loro forze la vita”.

Fonte: Avvenire

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