Vaticano – Lettera Decretale della Canonizzazione di Artemide Zatti

31 Marzo 2023

(ANS – Città del Vaticano) – Il 29 marzo 2023 la Segreteria di Stato della Santa Sede ha trasmesso, per mezzo di Mons. Paolo Rizzi, al Postulatore Generale don Pierluigi Cameroni la Lettera Decretale relativa alla Canonizzazione del Beato Artemide Zatti avvenuta il 9 ottobre 2022. Si tratta di un documento nel quale viene stabilito qualcosa di massima importanza e rilevanza nella vita della Chiesa. Il testo della Lettera Decretale inizia con il nome del Sommo Pontefice, seguito da “ad perpetuam rei memoriam”. Essa è firmata in calce dal Pontefice (Ego Franciscus Catholicae Ecclesiae Episcopus), viene apposto il timbro di piombo e riportato il sigillo papale. Il fine giuridico-canonico di tale Lettera è la conferma scritta dell’avvenuta Canonizzazione del Beato Artemide Zatti. Il testo include brevi cenni biografici del nuovo santo e un breve riassunto dell’iter canonico della Causa. Il testo, tradotto in latino dall’apposito ufficio della Segreteria di Stato viene pubblicato negli Acta Apostolicae Sedis, commentario ufficiale della Sede Apostolica.

Il testo ricorda che “Il Beato Artemide amò i suoi ammalati con spirito evangelico, vedeva in loro Gesù stesso. In ciascuno di loro ha visitato Cristo, ha curato Cristo, ha alimentato Cristo, ha vestito Cristo, ha ospitato Cristo, ha onorato Cristo. Un giorno disse al guardarobiere: ‘Un cambio di vestiti per Nostro Signore…’. Zatti cercava il meglio per i suoi assistiti: ‘A Nostro Signore dobbiamo dare il meglio’. Un povero bambino di campagna aveva bisogno di un vestitino per la prima comunione e Artemide chiede: ‘Un piccolo vestito per Nostro Signore’”.

Don Bosco aveva detto ai primi missionari salesiani partiti per l’America: “Abbiate cura speciale degli infermi, dei bambini, degli anziani, dei poveri, e vi guadagnerete la benedizione di Dio e la benevolenza degli uomini. Egli fu un edificante testimone della fedeltà alla vita comune. Era lui a suonare la campana, era lui a precedere tutti gli altri confratelli negli appuntamenti comunitari. Fedele allo spirito salesiano e al motto – ‘lavoro e temperanza’ – lasciato in eredità da Don Bosco ai suoi figli, egli svolse un’attività prodigiosa con abituale prontezza d’animo, con spirito di sacrificio specie durante il servizio notturno, con distacco assoluto da ogni soddisfazione personale, senza mai prendersi vacanze e riposo. Da buon salesiano seppe fare dell’allegria una componente della sua santità. Appariva sempre simpaticamente sorridente. Fu soprattutto un uomo di Dio. Uno dei medici dell’ospedale disse: ‘Quando vedevo il Sig. Zatti la mia incredulità vacillava’. E un altro: ‘Credo in Dio da quando ho conosciuto il Sig. Zatti’”.

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