Etiopia – Una seconda chance per i bambini di strada

23 Giugno 2017

(ANS – Addis Abeba) – Non molto tempo fa mendicavano, rubavano e lottavano per sopravvivere per le strade di Addis Abeba, in Etiopia, sniffando poi la colla per non sentire la miseria quotidiana della fame, dello sfruttamento e dell’abuso. Ora, grazie ad una collaborazione tra i Salesiani e l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC), questi ragazzi hanno una nuova prospettiva di vita e contribuiscono ad aiutare altri giovani a rischio.

Determinati ad affrontare una delle sfide sociali ed economiche più pressanti per l’Etiopia – l’aumento del numero di minori abbandonati, in fuga e a rischio sociale – a novembre 2015 Salesiani e UNODC insieme hanno avviato l’iniziativa “Riabilitazione e Reinserimento per i Minori in conflitto con la Legge”. Pertanto ora Amanuel, 15enne, Tamiru, 16enne, e 98 altri ragazzi e ragazze vivono presso il Centro Accoglienza del “Bosco Children Project” sotto l’assistenza premurosa dei religiosi salesiani.

“Nella sola Addis Abeba ci sono ben 100.000 bambini che hanno disperatamente bisogno di assistenza per abbandonare la vita di strada – spiega don Mark Hyde, Responsabile di Salesian Mission, la Procura Missionaria Salesiana di New Rochelle, Stati Uniti –. Dato che il Bosco Children Project mette a disposizione l’unico centro accoglienza della città, è difficile affrontare adeguatamente tale crisi. Questa collaborazione innovativa sta fornendo risorse cruciali - cibo, materiale didattico e personale supplementare – per far sì che possiamo aiutare il maggior numero possibile di minori di strada”.

Amanuel ha incontrato il Bosco Children Project dopo aver trascorso sei mesi in un centro di detenzione per un furto che non ha commesso. Aveva appena 2 anni quando sua madre lo vendette a un “benefattore” che alla fine lo ha abbandonato. Amanuel ha vissuto per strada sin dall’età di 13 anni, tra notti fredde, piogge incessanti e la minaccia costante dei ragazzi più grandi, che lo costringevano a mendicare e a rubare per loro.

“Alcuni giovani commettono di proposito piccoli reati, sperando che in carcere potranno vedere soddisfatti i loro bisogni fondamentali – racconta il Direttore del Bosco Children Project, Andualem Tafesse –. Altri, come Amanuel, finiscono in carcere senza motivo. Ma il risultato finale è lo stesso: quando vengono rilasciati non hanno altra alternativa che tornare per strada. È un circolo vizioso per i bambini e per la società nel suo complesso”.

Tamiru era ancora più giovane – aveva 9 o 10 anni – quando scappò da una zia violenta che avrebbe dovuto prendersi cura di lui. Non è mai finito nel carcere minorile, ma non ha potuto evitare la miseria e la disperazione, come quando mendicava per un po’ di pane a fine giornata. “Sniffavo la colla perché non ce la faceva più” ricorda. Fortunatamente, nello scorso gennaio, Tamiru ha incontrato il personale del Bosco Children Project, durante una delle loro perlustrazioni notturne.

Presso il centro accoglienza, ragazze e ragazzi ricevono pasti, vestiti caldi, accompagnamento psicologico e accesso ai corsi di educazione e di alfabetizzazione. Una volta pronti, possono partecipare ad un orientamento per la formazione professionale, dove sperimentano una varietà di corsi di formazione professionale – Meccanica Automobilistica, Carpenteria, Cucina… – per determinare quale sia il più adatto a loro.

Recentemente, Amanuel ha scelto il corso da saldatore, mentre Tamiru ha optato per un corso di lavorazione della pelle. Per i prossimi otto mesi, insieme ai loro compagni di classe, svilupperanno le loro competenze e abilità, mentre andranno preparandosi ad essere adulti indipendente. Una volta completata la loro formazione il Bosco Children Project fornirà loro per 5 mesi anche assistenza economica e servizi di collocamento lavorativo, mentre gli allievi andranno cercando un posto di lavoro e un alloggio stabile.

“Sono molto felice per questa opportunità – dice Amanuel –. Ora posso pensare al mio futuro. Gli operatori del Don Bosco mi hanno aiutato a cambiare il mio atteggiamento e la mia vita”. Anche Tamiru è d’accordo. “Il mio mondo è cambiato da quando sono venuto al centro Don Bosco. Sono una persona nuova”. In segno di gratitudine per le opportunità ricevute, entrambi i ragazzi ora accompagnano il personale del Bosco Children Project nelle perlustrazioni notturne alla ricerca dei minori di strada, incoraggiando a lasciarsi aiutare dai Salesiani.

“I ragazzi e le ragazze che vivono in strada vogliono essere reintegrati nella società – conclude il signor Tafesse – ma non sanno come fare. Siamo molto grati alle organizzazioni partner del nostro progetto e ai nostri altri benefattori per aiutarci aiutato a mostrare loro la strada”.

Fonte: Salesian Mission

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