Panama – “La santità è contagiosa”. Il Rettor Maggiore nell’ultimo giorno del triduo di preparazione alla festa di Don Bosco

31 Gennaio 2019

(ANS – Città di Panama) – Durante la celebrazione eucaristica di mercoledì 30 gennaio, in preparazione alla festa di Don Bosco, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha sottolineato che “il cammino della vita cristiana non si percorre da soli, ma in comunità”.

Il Rettor Maggiore ha iniziato la celebrazione ringraziando i fedeli, i salesiani, la Famiglia Salesiana e soprattutto la presenza dei sacerdoti diocesani e di mons. Luis Antonio Secco, vescovo di Curaçao nei Caraibi. Il presule è stato invitato dal Rettor Maggiore a porgere un saluto all’inizio della Messa e nelle sue brevi parole ha manifestato di essere italiano, di aver conosciuto la festa di Don Bosco a Torino, e poi ha aggiunto: “mi hanno detto che qui a Panama la festa del Santo dei Giovani è davvero grande, per questo motivo ho voluto essere presente qui in questo magnifico giorno!”

Durante l’omelia, Don Á.F. Artime ha espresso la sua gratitudine per l’opportunità di essere a Panama. “Ringrazio il Signore per poter celebrare questa festa con il cuore di Don Bosco, ispirato dallo Spirito. Il tema di questa giornata ci invita a presentare il cammino di santità missionaria nella vita quotidiana… Oggi voglio porre come punto di partenza di questa santità la Venerabile Mamma Margherita, la mamma di Don Bosco… A quell’epoca lei era già abbastanza anziana. E Don Bosco le andò a dire: ‘Ho bisogno che tu venga con me a prenderti cura dei miei ragazzi’… Penso a ciò che avrà significato per questa donna lasciare tutto! – spiega il Rettor Maggiore – Andare a Valdocco, prendersi cura di centinaia di ragazzi, e tornare ad essere madre, ma per così tanti ragazzi! … La vita di Mamma Margarita è una testimonianza di santità anonima, silenziosa”.

Per rafforzare questa visione comunitaria di santità, il Rettor Maggiore ha ricordato la “scuola di santità” che Don Bosco seppe formare con un gruppo di ragazzi in uno spazio fisico piuttosto ristretto: una scuola a cui si formarono figure di santità della statura di Domenico Savio, Michele Rua, Luigi Versiglia, Callisto Caravario, Luigi Variara, Andra Beltrami.

Qual è stato il segreto di Don Bosco nello stimolare il desiderio di santità in questi ragazzi semplici? Innanzitutto, proprio il semplice condividere la vita con due santi: lo stesso Don Bosco e Mamma Margherita.

Quale proposta ascetica offrì loro per svegliare il desiderio di santità? Nulla di straordinario. Sì, l’incanalamento di quelle energie giovanili nello studio, nello sport, nella gioia, nel clima di famiglia. E, naturalmente, la preghiera. Una preghiera festosa e giovanile.

Don Bosco guardava quei ragazzi con gli occhi di Dio. Credeva nelle loro potenzialità. Li incoraggiava a dare il meglio di sé. Li convinse che Dio aveva un sogno per ognuno di loro e che non dovevano avere paura di ciò che Dio gli avrebbe chiesto, perché quella sarebbe stata la via della loro felicità.

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