Sudan – “Che gioia vedere tutti quei computer accesi!”

22 Marzo 2019

(ANS – El Obeid) – Come è accaduto anche in anni passati, alcuni exallievi del Centro Don Bosco di Seul si sono messi in moto per aiutare i Centri di Formazione Professionale salesiani dei Paesi in via di Sviluppo. Questa volta hanno deciso di aiutare quelli di Khartoum e El Obeid, in Sudan. Lavorando a stretto contatto, l’exallievo di Don Bosco Lin Chanwoo e il salesiano coadiutore Marino Bois hanno trascorso 7 settimane in Sudan, riparando le strumentazioni e formando gli insegnanti.

Insieme hanno avviato un laboratorio, patrocinato dagli exallievi del Centro Don Bosco di Seul, con 15 computer per l’insegnamento dei sistemi CAD (Computer-Aided Design). Poi il sig. Bois ha dovuto dare lezioni agli insegnanti e li ha formati in vista delle lezioni agli studenti.

Un’altra benefattrice coreana ha sponsorizzato un’aula con 20 computer per insegnare ai ragazzi come scrivere in inglese e arabo con i programmi di video-scrittura, e per apprendere le funzioni di base dei programmi più comunemente usati.

“Che gioia vedere tutti quei computer accesi insieme” ha manifestato il sig. Bois in quella circostanza.

L’attività missionaria sostenuta dagli Exallievi di Don Bosco è cresciuta di anno in anno e come risultato l’anno scorso i salesiani sono stati in grado di ottenere due torni nuovi: si è trattato delle prime e uniche macchine nuove mai entrate nel CFP di El Obeid. Il centro educativo salesiano, infatti – fondato dai salesiani don Vincenzo Donati e dai coadiutori Giacomo e Andrea Comino –, nella sua storia, a motivo del contesto socio-economico, è andato avanti sempre e solo con macchinari di seconda mano.

Dopo aver rilanciato la formazione professionale a El Obeid, il sig. Bois e il signor Chanwoo si sono fermati una settimana presso il CFP salesiano “St Joseph” di Khartoum. “Ero stato lì nel 1991-1992 e anche lì la scuola aveva solo un piccolo budget, con il quale si potevamo comprare solo macchine usate. Dopo aver reclutato 20 giovani, li formai per quattro mesi, quindi venne Giacomo ‘Jim’ Comino a prendere il mio posto” racconta ancora il sig. Bois.

Che prosegue narrando: “Lui e don Donati svilupparono la scuola fino ad accogliere 300 studenti e ricevettero pure una richiesta della Polizia locale perché insegnassero anche ai ragazzi del carcere. Quella stessa mattina arrivarono alla scuola due camion militari pieni di ragazzi e poliziotti che erano disposti ad apprendere le competenze offerte nei corsi speciali preparati per loro”.

Recentemente la situazione dell’insegnamento è diventata difficile. La maggior parte degli educatori erano exallievi dello stesso CFP, molti dei quali reclutati dai campi profughi, e tutti provenienti dall’attuale Sudan del Sud. Quando il Sudan del Sud è divenuto indipendente, la maggioranza dei docenti è voluta tornare in patria. Reclutare nuovi insegnanti con le competenze adeguate non è stato facile e anche ora resta un problema non completamente risolto.

Tuttavia, un giovane missionario indiano sta lavorando duramente per riportare il centro al livello di un tempo, a cominciare dal reparto saldatura, dove quasi tutte le macchine, dopo 25 anni, sono quasi inutilizzabili.

“Cercheremo di vedere cosa possiamo fare visto che abbiamo ancora una parte del nostro budget. Se è la volontà di Dio, siamo pronti…” conclude il sig. Bois.

Fonte: AustraLasia

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