Italia – La presenza salesiana a Perugia, parte integrante del ‘villaggio educativo’ della città

05 Febbraio 2020

(ANS – Perugia) – “Valorizzare i cento anni dell’Istituto Don Bosco di Perugia significa riscoprire anche per la nostra Chiesa il senso della parola ‘educare’”. Così ha detto il vescovo ausiliare della città, mons. Marco Salvi, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del centenario della presenza salesiana nel capoluogo umbro (che si celebrerà nel 2022), tenutasi il 30 gennaio, nella sala San Francesco dell’Arcivescovado di Perugia; occasione per annunciare alcuni dei principali eventi in preparazione e programmati a partire già questo 2020.

Il primo evento, presentato dal direttore dell’Istituto salesiano don Giorgio Colajacomo, è stata la “Festa di Don Bosco”, realizzata poi domenica 2 febbraio, con numerosi giovani, fedeli e autorità intervenute.

Successivamente, mons. Salvi, soffermandosi sul ruolo dei Salesiani nell’educazione-formazione. Ha ricordato che “nella Enciclica Populorum progressio la Chiesa veniva definita ‘esperta in umanità’, con la missione di indicare dei percorsi educativi adeguati anche alle sfide attuali e questa sua visione è al servizio della realizzazione della piena umanità”.

“C’è un documento conciliare – ha continuato – che corrisponde molto alla ‘missione salesiana’, che è la Gravissimum educationis. Ci parla dello sviluppo armonico delle capacità fisiche, morali e intellettuali finalizzati alla graduale maturazione del senso di responsabilità, che è la conquista di una vera libertà. In questo contesto, la formazione della persona risponde ad esigenze quali l’umanizzazione dell’educazione nel mettere la persona al centro dell’educazione stessa in un quadro di relazioni che costituiscono una comunità viva, interdipendente e legata ad un destino comune. In questo modo si qualifica l’azione salesiana, quella di un umanesimo solidale, dove il compito non si esaurisce ad elargire un servizio formativo, ma si occupa di un processo educativo integrale sulla persona. Non si chiede di vivere una specificità, ma la costruzione umana nella sua interezza. Per questo è molto importante che la presenza salesiana a Perugia e in Umbria possa continuare, perché, come dice il Papa, un cambiamento della società è possibile solo attraverso la costituzione di un ‘villaggio educativo’ con il coinvolgimento di tutte le sue componenti. E la presenza salesiana è parte integrante di questo villaggio che educa alla crescita globale dell’uomo. Il terreno su cui va realizzato il villaggio deve essere innanzitutto bonificato dalle discriminazioni con l’immissione di fraternità come elemento costitutivo dell’educazione”.

Nel presentare gli eventi in preparazione al centenario, il direttore don Colajacomo ha detto che “il centenario non vuole essere una rievocazione nostalgica del passato, perché la presenza salesiana non si esaurisce nei suoi primi cento anni, ma ‘ci aspettano tempi belli’ come scrisse il Rettor Maggiore nella pubblicazione del 90° di presenza salesiana a Perugia. Don Bosco ci ha insegnato a guardare al futuro, a questa sfida educativa grande con occhi positivi e con ottimismo. Per questo abbiamo intitolato il centenario Cento anni di futuro, perché la tradizione non è la custodia delle ceneri, ma è la garanzia del futuro. Non a caso la celebrazione sarà una serie di iniziative collocate nelle tre aree dell’impegno attuale del Don Bosco: formazione professionale; ambito universitario; sport e tempo libero. Iniziative concrete, determinate che cercheranno di far progredire l’impegno dei Salesiani in questi campi per contribuire ad educare e a formare giovani chiamati un domani a costruire il bene comune”.

“Siamo in un’epoca di cambiamento e rinnovamento – ha continuato il direttore don Colajacomo – soprattutto per i giovani che si preparano al lavoro, nell’acquisire una qualifica professionale anche grazie al prossimo varo di una legge regionale, che auspichiamo avvenga quanto prima. Una legge per ripristinare i percorsi triennali, a partire dai quattordicenni, in vista della qualifica professionale, con un quarto anno per il conseguimento del diploma e la possibilità di compiere il percorso scolastico e di accedere a quello universitario”.

Al riguardo don Colajacomo ha annunciato un evento importante, programmato il prossimo 23 aprile a Perugia, quello dell’Assemblea nazionale della formazione professionale CNOS-FAP con il coinvolgimento anche degli organismi Ue preposti in materia.

Diverse le iniziative in preparazione al centenario che vedranno un’opera caritativo-sociale, uno studio sull’influenza salesiana nella società perugina e la riproposizione della storica processione di Maria Ausiliatrice, la “Maestra di Don Bosco”, il 24 maggio 2023, in ricordo della prima processione per le vie della città organizzata dai Salesiani l’anno seguente al loro arrivo.

Sull’influenza salesiana a Perugia anche i numeri hanno la loro importanza. Cento anni di storia educativa, formativa, culturale e sportiva dei Salesiani a Perugia. Prima a Porta Sant’Angelo, dove nacque l’“Istituto Penna Ricci”, poi nel 1958 il trasferimento nell’attuale sede nell’area di San Prospero. Una grande sfida educativa, numeri impressionanti e tante testimonianze belle di giovani cresciuti nei campetti di via San Prospero. Una volta, l’allora Presidente della Regione, Francesco Mandarini, comunista fino al midollo, confessò ad un amico: “Se non ci fossero i salesiani a Perugia sarebbe un guaio”. Aveva ragione Mandarini, che del resto era anch’egli cresciuto in quel luogo e conosceva bene la qualità del percorso offerto dai salesiani. 

Oggi l’istituto salesiano ospita ogni anno circa 200 allievi, altri 250 ragazzi per le attività dell’oratorio e sportive, 1.500 giovani ospitati negli anni del Convitto. Mentre guardando indietro si può calcolare che dal 1922 ad oggi circa 30.000 giovani sono cresciuti e maturati nel vivere l’esperienza delle Opere salesiane nelle sue tante sfaccettature. E senza considerare tutto l’“indotto” su cui ha inevitabilmente influito: educatori, insegnanti, famiglie…

Numeri che testimoniano quanto ha inciso anche nel tessuto sociale l’opera educativa e formativa offerta in un secolo dal Don Bosco, contribuendo non poco al bene comune.

Riccardo Liguori

Per ulteriori informazioni, visitare il sito: https://www.donboscoperugia.it/ 

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