Editoriale
Alcuni giorni fa ho visto un gruppo di giovani in Piazza San Pietro a Roma con la bandiera di una delle nostre scuole salesiane. Sono rimasto colpito dal rapporto di affettuosa e allegra vicinanza dei ragazzi con i loro insegnanti e, all’opposto, dalla freddezza con cui trattavano il salesiano che era con loro: non gli parlavano, non si avvicinavano a lui… Il salesiano camminava da solo. Per loro non esisteva, era un fantasma.
L’appello del Papa a “Proclamare il Vangelo della misericordia a tutti i popoli ... attraverso i mezzi di comunicazione che il nuovo contesto culturale digitale mette a disposizione dei nostri contemporanei” è una grande sfida.
Con la lettera indirizzata a tutti i Salesiani del mondo, il Rettor Maggiore ha avviato il cammino verso il prossimo Capitolo Generale 28° (CG28), un capitolo che presenta due interessanti novità: il ritorno a Valdocco, a 62 anni dall’ultimo che si svolse presso la Casa Madre dei Salesiani, il CG18; e soprattutto l’approccio. È la prima volta, infatti, che un Capitolo Generale dei Salesiani prende il titolo da una domanda: “Quali salesiani per i giovani di oggi?”.
“Siamo una specie in viaggio. Non abbiamo proprietà, ma bagagli. (...)
Siamo vivi perché siamo in movimento. Non stiamo mai fermi.
Siamo transumanti (...) Se vuoi che qualcosa muoia, lasciala in pace”
(Jorge Drexler, Movimiento, 2017)
I giovani si muovono sempre verso possibilità inedite, futuri insospettabili. Ma al di là della mobilità fisica e del dislocamento territoriale, i giovani manifestano una grande capacità di flusso e di mobilitazione nelle società attuali, rafforzati dalle nuove tecnologie di comunicazione, dell’interfaccia e delle reti.