Editoriale
Quali giovani dovrebbero essere i protagonisti della storia?
I giovani agnostici? Sì
I giovani che hanno una fede tiepida? Sì
I giovani che sono lontani dalla Chiesa? Sì
Ogni giovane ha qualcosa da dire agli altri, agli adulti, ai sacerdoti, alle suore, ai vescovi e al Papa.
La Strenna del Rettor Maggiore per l’anno prossimo invita tutti noi in modo concreto a confrontarci con l’ideale che dobbiamo raggiungere con i nostri giovani nel 2020. Nelle attuali condizioni, nei nuovi contesti sociali e culturali, indubbiamente è un compito complesso perché frutto di un delicato rapporto pedagogico in cui il giovane è protagonista di questo processo. Una testimonianza della vita di Don Bosco potrebbe illuminarci:
Trent’anni fa è stato distrutto un muro che era il simbolo della separazione tra i popoli, e noi tutti festeggiamo. Oggi, però, la lezione è stata dimenticata e i muri continuano ad essere eretti.
Nel 1875, Don Bosco raccoglie intorno a sé un drappello di dieci giovani che stanno per attraversare l'Atlantico, un viaggio che per alcuni sarà senza ritorno. Sono le 16.00, il santuario di Maria Ausiliatrice è pieno di gente e ai piedi dell'immagine di Maria Ausiliatrice Don Bosco saluta con lacrime i giovani che partono, fa un regalo a ciascuno, un foglietto con “venti ricordi speciali”, ricordi di un padre a chi parte prima dell'abbraccio finale, scrive don Ceria, simbolo del suo profondo affetto. Dieci giovani in partenza per conquistare il mondo.