Foto Storia

Torino, Italia - 1886 – Durante il processo di beatificazione e canonizzazione di Don Bosco, i censori teologi domandarono: “Quand’è che pregava Don Bosco?” La fotografia del Santo intitolata “Don Bosco in ginocchio” fu scattata a Torino nel 1880 dal fotografo Michele Schemboche. È la risposta che testimonia che Don Bosco era un uomo profondamente di Dio, un uomo che dava il suo tempo alla preghiera. La foto presenta Don Bosco inginocchiato, con gli occhi fissi sull’immagine di Maria e di Gesù. L’immagine possiede i canoni del tempo, ma Don Bosco è percepito con un volto sereno, spontaneo e naturale.

 

Torino, Italia - 1868 - La fotografia che proponiamo oggi è quella di “Don Bosco dal volto sofferente”. Questa foto fu scattata a Torino da Michele Rondoni (Fotografia Alfieri), nel 1868 e fu chiamata la fotografia di “Don Bosco con zucchetto”. L’immagine mostra una posa costruita, rigida nella postura, con poca vitalità e spontaneità, contrariamente a quello che era il Padre e Maestro dei Giovani. Sembra che Don Bosco sia assente, ma in realtà è la foto del “volto più afflitto e sofferente” del santo piemontese, scattata dopo una malattia.

Torino, Italia - 1886 - Don Bosco aveva un volto ben proporzionato. Il suo sguardo parlava. Il suo volto comunicava e sapeva trasmettere serenità e gioia a tutti coloro che lo circondavano. La foto che mostriamo è stata scattata a Sampierdarena, Genova, il 16 marzo 1886, da Gustavo Luzzati. Don Bosco aveva all’epoca 71 anni. Secondo gli studiosi, in questa foto Don Bosco mostra un sorriso sereno e amichevole e lo sguardo tenero e affettuoso di un padre.

Torino, Italia - 1880 - La fotografia che vi proponiamo è un’opera d’arte del fotografo Michele Schemboche, scattata a Don Bosco seduto su una poltrona, realizzata a Torino nel 1880. È interessante notare che questa immagine è stata la più conosciuta e utilizzata nel corso della storia e probabilmente corrisponde alla rappresentazione più solenne di Don Bosco. La foto, con delle modifiche, è divenuta infatti l’immagine ufficiale della Beatificazione e poi della Canonizzazione di Don Bosco. Ad essa, infatti, si ispirò il pittore Angelo Enrie. Pur corrispondendo all’iconografia dell’epoca, non coincideva con l’immagine che Don Bosco aveva lasciato impressa negli occhi e nel cuore dei suoi ragazzi e di coloro che lo avevano conosciuto: un sacerdote affabile, docile, e sempre con il sorriso sulle labbra.

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