Il Messaggio del Rettor Maggiore
«La grazia che viene dal Signore, alla quale mi abbandono, il vostro aiuto, quello di tutti i salesiani nei luoghi più diversi del mondo, e l’amore che ho e che abbiamo per i nostri giovani, specialmente i più poveri, mi danno la pace e il coraggio necessari».
Frutto delle Giornate di Spiritualità della Famiglia salesiana un bel “Padre Nostro” da vivere nella quotidianità.
Il mese che stiamo vivendo è segnato dall’inizio della Quaresima, in preparazione alla Pasqua del Signore. Dopo l’intervallo gioioso del Carnevale, la Chiesa ci propone i segnali stradali che ci guidano nel nostro cammino verso la Pasqua: la preghiera, il digiuno e la carità. In questo mio saluto, vi propongo una riflessione che ha molto a che fare con un ottimo modo di prepararsi alla Pasqua. Il modo di vivere sempre, di più e meglio, amando, ma amando veramente, come si dice in modo colloquiale, "finché fa male".
Miei cari Giovani,
carissimi ragazzi e ragazze di tutti i luoghi del nostro bellissimo mondo salesiano!
Il mio saluto è oggi, anzitutto, per voi. Naturalmente desidero fare arrivare il mio affetto a ciascuno dei miei confratelli Salesiani di Don Bosco, alle carissime sorelle Figlie di Maria Ausiliatrice, ai Salesiani Cooperatori, agli Exallievi, alle Exallieve e a tutti i membri della nostra bella e grande Famiglia Salesiana.
Carissimi Giovani, vi scrivo oggi, 31 gennaio, da Valdocco. Qui è l’alba. È uno dei momenti nei quali prego il Signore, alla presenza della nostra Madre Maria Ausiliatrice, e, in modo particolare, davanti all’urna del nostro Padre Don Bosco, alla presenza di tutti i nostri santi e beati che ci accompagnano nella Basilica (Santa Maria D. Mazzarello, San Domenico Savio, il Beato Michele Rua, il Beato Filippo Rinaldi).