RMG - Intervista con un consigliere per le Missioni ‘dalla fine del mondo’

28 Agosto 2020

(ANS – Roma) – Don Alfred Maravilla è stato eletto dal CG28 come nuovo Consigliere Generale per le Missioni. Si riporta di seguito una sua intervista, rilasciata ad ANS.

Cosa l’ha spinto a farsi salesiano?

I miei genitori hanno voluto che io andassi alla scuola salesiana a Victorias, nelle Filippine contro la mia volontà. Ma posso dire che conoscere i salesiani fu una cosa sorprendente per me. Questi preti e giovani salesiani che giocavano a pallone con noi mi hanno fatto capire che qui c’era qualcosa diverso. Piano piano mi hanno coinvolto nel centro giovanile. E il resto è ormai storia. Quando ho conosciuto i salesiani la Congregazione era in pieno fervore missionario, non solo a motivo del ‘Progetto Africa’, ma anche perché Don Egidio Viganò, all’epoca Rettor Maggiore, aveva chiesto ogni ispettoria di “adottare” un territorio missionario. Molti della mia Ispettoria erano partiti come missionari in Tailandia e poi in Etiopia. Il mio cuore era inquieto perché sentivo anche io quella chiamata interiore a lasciare le rive conosciute, e fissare il mio cuore al largo. Quindi, ho presentato la mia disponibilità missionaria, sperando che fossi inviato in America Latina. Intanto Don Viganò aveva dato alla nostra Ispettoria delle Filippine la responsabilità di iniziare la presenza salesiana in Papua Nuova Guinea. Così sono stato inviato lì. La mia gioia iniziale si trasformò in incredulità e paura. Mi domandavo se sopravvivrò in un Paese così difficile, con la malaria endemica, con popoli e culture totalmente diverse dalla mia e condizioni climatiche difficili. Avevo 23 anni! I miei timori ben presto si trasformarono in amore profondo per “la mia gente”. Con altri 5 salesiani avviammo una nuova presenza nella capitale, Port Moresby. Era duro essere pionieri. Dovevamo improvvisare tutto. Ma erano anni pieni di gioia, delle iniziative e creatività. Oggi è una piccola Visitatoria con 50 confratelli di 16 nazionalità, di cui 12 sono locali. Ero il Superiore fino alla mia elezione nel CG28.

Cosa porta con sé dell’esperienza del CG28?

Per me il CG28 ha dimostrato che veramente lo Spirito Santo opera come vuole, quando vuole e dove vuole. La mia elezione, che ho cercato di evitare con tutto il cuore, era per me un’esperienza dell’azione dello Spirito. Poi, dobbiamo capire che è azione dello Spirito Santo, anche nel fatto che il Coronavirus non ci ha lasciato concludere il lavoro capitolare.

In questi primi mesi, segnati per altro dalle restrizioni per Covid-19, cosa ha potuto vedere, conoscere, imparare del nuovo incarico? Cosa si aspetta per il futuro?

La limitata possibilità di viaggiare mi ha permesso di visitare le nostre procure missionarie in Europa e di avviare incontri online con i delegati per l'animazione missionaria in alcune regioni, con l’equipe del Settore Missioni stiamo lavorando al programma per il sessennio. Adesso stiamo cercando di reinventare come animare la Congregazione. Stiamo davanti ad una situazione inedita. Stiamo ancora scoprendo in cosa consisterà questa ‘nuova normalità’ del post-COVID!

Tra sei anni, cosa sogna per il suo Settore?

I Consiglieri generali sono i collaboratori più stretti del Rettor Maggiore. Lavoriamo insieme per realizzare gli obiettivi che saranno fissati nel programma sessennale del Rettor Maggiore e del suo Consiglio.  D’altronde il sogno di ogni Consigliere per le Missioni è codificato nelle Costituzioni salesiane: cioè promuovere lo spirito e l’impegno missionario nella Congregazione. Per me bisogna tradurre ‘lo spirito e l’impegno missionario’ in ‘uno stato permanente di inquietudine’ per tutta la Congregazione. Questo significa essere sempre disposti osare l’improbabile, in modo che si impari a confidare nel Signore. Il fatto che durante il CG28 i capitolari abbiano eletto un Consigliere Generale per le Missioni letteralmente ‘dalla fine del mondo’, fa capire che lo Spirito vuol dirci qualcosa. Per me è un richiamo al sogno missionario di Don Bosco quando vide i giovani dell’Oceania gridando: “venite in nostro aiuto”! È lo stesso grido oggi di molti giovani dalle isole dell’Oceania e di tutto il mondo. L’Oceania ha ricevuto tantissimi missionari. Credo che sia giunto il momento per i salesiani locali dell’Oceania di essere missionari in altre regioni della Congregazione! Ma è anche un invito a tutti Salesiani in tutto il mondo a offrirsi generosamente come missionari ad gentes, ad exteros, ad vitam per tutto il mondo. Dunque, il mio sogno è duplice: che tutta la Congregazione cresca nell’ardore missionario ed impegno; e che presto i salesiani locali dell’Oceania si offrano ad essere inviati come missionari.  Chissà se al CG29 si potrebbe parlare di un possibile ‘Progetto Oceania’? Sono certo di una sola cosa: “Lo Spirito Santo opera come vuole, quando vuole e dove vuole… Sappiamo soltanto che il dono di noi stessi è necessario”! (Evangelii gaudium, n. 279).

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