RMG – Dalla semina all’attesa dei frutti: il progetto dei 10 video-semi spiegato dall’interno

05 Novembre 2020

(ANS – Roma) – Per sostenere la riflessione nelle case di formazione salesiana riguardo al testo “Giovani Salesiani e accompagnamento - Orientamenti e direttive”, il Dicastero della Formazione ha lanciato, a partire dallo scorso settembre, l’iniziativa dei 10 video-semi che vengono diffusi in rete a cadenza mensile. In attesa del terzo seme, che verrà “gettato” nei prossimi giorni, don Silvio Roggia, del Dicastero della Formazione, illustra nel dettaglio finalità e strumenti dell’iniziativa.

Quali frutti si attende il Dicastero dall’iniziativa dei 10 semi - e quindi all’approfondimento del testo: “Giovani Salesiani e accompagnamento. Orientamenti e direttive”?

Tra frutti e semi c’è una parentela stretta. Quanto si sta portando avanti in questi mesi che seguono il CG28 è la disseminazione di processi che hanno già coinvolto in varia misura tutta la Congregazione, prima di concretizzarsi nei documenti che il Rettor Maggiore e il suo Consiglio hanno approvato e presentato ai membri del Capitolo: “Animazione e governo della comunità - Il servizio del direttore salesiano” e “Giovani salesiani e accompagnamento - Orientamenti e direttive”. La stampa in molte lingue di questi due testi è un punto di partenza, un seme che ora va piantato, sperando di trovare terreno buono dove attecchire, germogliare e portare frutto.

In particolare, per quel che riguarda il documento sull’accompagnamento, il frutto che ci si attende è un profondo e duraturo rinnovamento della nostra formazione, che riguarda permanentemente tutti i confratelli in ogni stagione della loro vita. Trattandosi però di un testo che è nato dalla partecipazione della grande maggioranza dei confratelli in formazione iniziale (86% dei giovani in formazione nel 2017 hanno risposto al questionario, insieme a 538 guide, superando insieme le 4.000 risposte) i primi frutti che ci si attende riguardano il cammino formativo durante le fasi iniziali della vita salesiana. Ognuno dei 10 semi che si stanno proponendo mese per mese da settembre 2020 a giugno 2021 rappresenta uno di questi processi di germinazione, fioritura e maturazione per chi vive in queste comunità, sia come giovane in formazione, sia come formatore.

È possibile registrare sin da ora il livello di coinvolgimento dei giovani salesiani nei processi attivati dall’iniziativa?

Registrare forse è un verbo troppo impegnativo per questo tipo di disseminazione a largo raggio, che raggiunge tutte le Regioni, Ispettorie e si spera tutte le comunità di formazione e i loro membri. Senz’altro, però, il coinvolgimento dei giovani salesiani è sia la metodologia seguita che l’obiettivo a cui si punta. I video-semi, infatti, sono realizzati da giovani novizi e confratelli che provengono da differenti nazioni. La parte tecnica è seguita con passione e professionalità da Orazio Moschetti, un giovane tirocinante della comunità di Alcamo, in Sicilia. Il fatto di essere semi di 3 minuti è in funzione della possibilità di essere condivisi tramite reti sociali, i canali di comunicazione più usati dai giovani. I feedback che riceviamo sono incoraggianti, pur sapendo che siamo in un periodo inflazionato da messaggi digitali, anche per via dell’on-line che riempie tante ore della giornata a causa della pandemia. Ma questo non scoraggia. La semina, già nelle parabole del Vangelo, non registra mai successi da en plain. Si spera che laddove il seme attecchisce, lì anche arrivino i germogli, i fiori e i frutti. Dopotutto, quanto si offre è soltanto uno stimolo per incoraggiare la lettura e lo studio personale e la condivisione comunitaria sul documento che già tutti hanno a disposizione.

Come siete arrivati a individuare la metodologia adottata per questo processo – ricerca globale, elaborazione di un testo, disseminazione con i video…? Si tratta di un percorso replicabile ulteriormente?

La ricerca che ha portato al coinvolgimento di oltre 4.000 partecipanti da tutte le Ispettorie era stata richiesta dal seminario internazionale promosso congiuntamente dai Dicasteri di Pastorale Giovanile e della Formazione nell’aprile 2016. La bozza del testo approvata dal Rettor Maggiore e Consiglio è stata la numero 28: questo dice qualcosa del lento e intenso processo di elaborazione che il testo ha avuto. L’idea della disseminazione, concentrandosi ogni mese su unità intense nel contenuto e relativamente brevi, è stata proposta dai giovani confratelli stessi, come pure la metodologia dei video di 3 minuti. Il questionario che è al cuore della ricerca da cui tutto questo processo ha preso vita è stato pensato in modo da poter essere riproposto tra qualche anno, almeno a livello regionale o ispettoriale, per poter vedere le variazioni che avvengono col cambio di generazione e con i processi di crescita a cui contribuisce anche questo cammino che si sta portando avanti insieme.

Quanto sono importanti le reti sociali oggi per raggiungere non solo i giovani, ma i giovani salesiani?

Rispondo citando un paragrafo del documento sull’accompagnamento che va sotto il titolo “Rapportarsi con una cultura che è digitale”. Al numero 91 leggiamo: “Per noi, la comunicazione sociale è un campo di azione che rientra tra le priorità apostoliche della missione salesiana (C 43). … Papa Francesco ci invita a dare fiducia ai giovani: ‘I giovani, però, sono capaci di creare nuove forme di missione, negli ambiti più diversi. Per esempio, dal momento che si muovono così bene nelle reti sociali, bisogna coinvolgerli perché le riempiano di Dio, di fraternità, di impegno’” (CV 241).

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