Siria – La sfida di essere un salesiano bravo e felice

12 Maggio 2021

(ANS - Aleppo) - Andrew Mulumba Chishimba è un giovane di 25 anni, salesiano in formazione, nativo dello Zambia, ma dallo scorso settembre ha iniziato il suo servizio missionario nella comunità di Aleppo, in Siria. Oggi condivide con ANS il suo percorso e la sfida e gli insegnamenti appresi finora.

Com’è stato il tuo cammino di fede?

Ho ricevuto la fede dai miei genitori, che sono entrambi cattolici e sempre dediti alle funzioni religiose. Sin da piccolo mi hanno avvicinato ai sacramenti e ogni domenica andavo in chiesa con loro. Così è nata la fede che ho oggi.

Com’è stato il tuo percorso vocazionale salesiano e missionario?

Quando ero alla scuola secondaria ho iniziato lentamente ad ammirare i sacerdoti della mia parrocchia e mi sono sentito attratto dalla vita sacerdotale, che grazie a loro iniziavo a conoscere. Poi, finita la scuola, ho conosciuto don Antonio Barrientos, un missionario salesiano che lavorava in Zambia, che mi ha introdotto alla vita salesiana e mi ha mandato a Chingola per incontrare don Eustace Siame, SDB, che è stato per me una grande fonte di ispirazione e così sono entrato nella Congregazione. Dopo essere stato inviato per la prima tappa a Kazembe, nella regione di Luapula, in Zambia, sono stato ispirato da un altro missionario salesiano, don Slawek, che ha dedicato la sua vita a salvare i giovani di Kazembe. In questo modo è stato piantato in me il seme missionario, fino a quando poi ho finito gli studi filosofici e ho fatto domanda per diventare missionario ad gentes.

Cosa ti rende felice come missionario in Siria?

Ciò che fa gioire il mio cuore ad Aleppo, in Siria, sono i giovani, che sono delle stelle, e la fiducia che hanno nei Salesiani; il vedere la loro gioia e la loro felicità nonostante le sfide che hanno affrontato in passato. Mi sfidano ad essere un salesiano bravo e un salesiano felice.

Parlaci dell’Ispettoria del Medio Oriente (MOR).

L’Ispettoria MOR è un’Ispettoria davvero bella, ma un po’ complicata: trasferire i salesiani da un posto all’altro spesso è difficile, a causa di problemi politici; e l’altra sfida è che abbiamo pochi salesiani e nessuna vocazione al momento. La lingua è un’altra sfida, perché molti salesiani sono missionari, e non parlano perfettamente la lingua. Tuttavia, c’è forte il desiderio di portare avanti la missione di Don Bosco.

Hai un messaggio per i giovani salesiani?

Vorrei dire ai miei colleghi, giovani salesiani che vogliono candidarsi alla vita missionaria, che devono pregare e discernere bene la loro vocazione. Devono sapere che la vita missionaria è un sacrificio, e devono essere pronti a sacrificare il loro tempo e la loro vita per persone diverse da loro. Devono essere umili e pronti ad imparare.

InfoANS

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