Repubblica Democratica del Congo – Don Gavioli, SDB: “Sono grato al Signore perché ho sempre potuto vivere insieme ai più poveri e ai più vulnerabili”

29 Luglio 2021

(ANS – Bukavu) – Bukavu è una popolosa città della Repubblica Democratica del Congo, nella quale risiede don Piero Gavioli, salesiano, 79 anni, di cui 55 trascorsi nel Paese africano. In precedenza, ha vissuto circa 40 anni a Lubumbashi, dove, oltre a guidare una parrocchia e a insegnare in seminario, è stato responsabile della Pastorale Giovanile della diocesi e ha promosso numerose attività educative e formative. In seguito, ha trascorso sei anni a Goma e ha diretto un grande centro costituito da oratorio, scuola professionale, orfanotrofio e casa di accoglienza per ragazze madri. È stato poi inviato a Bukavu con altri cinque salesiani, per dirigere una piccola scuola professionale affidata ai Figli di Don Bosco dai missionari saveriani. “Sono felice perché la maggior parte dei ragazzi termina i corsi e trova un lavoro che gli assicura stabilità economica e gli permette di mettere su famiglia”, racconta.

Oggi questo istituto è riconosciuto dallo Stato e offre quattro corsi gratuiti: muratura, saldatura e riparazioni, falegnameria e meccanica automobilistica. Accoglie ogni anno oltre cento ragazzi di strada (dai 17 ai 22 anni). I corsi della scuola durano 13 mesi: due dedicati all’alfabetizzazione, otto alla formazione professionale e tre a tirocini presso artigiani e imprese locali. “Sono felice che trovino un impiego anche i giovani che frequentano i corsi di agricoltura, cucina e sartoria promossi presso la grande fattoria che ci è stata ceduta dalla diocesi e che sorge a 38 chilometri dalla città” aggiunge.

“Un tempo Bukavu era definita la belle (la bella), oggi è chiamata la poubelle (la pattumiera)”, racconta don Piero, responsabile della comunità salesiana: “A seguito dei numerosi conflitti che hanno insanguinato la regione del Kivu, si sono riversate in città migliaia di persone. Sono sorte diverse bidonville prive di acqua, luce, fognature, e la povertà è largamente diffusa. Sono centinaia i giovani che vivono in strada e cercano di arrangiarsi in qualche modo facendo lavoretti occasionali”.

A Bukavu i salesiani hanno anche aperto un piccolo internato: ogni anno accolgono 20 bambini di strada, dai 10 ai 14 anni, si prendono cura di loro, li aiutano a riprendere gli studi e cercano di farli tornare in famiglia. Spesso i giovani finiscono sulla strada perché sono stati scacciati dalla scuola dal momento che i loro genitori non riuscivano più a pagare le tasse scolastiche. Don Gavioli e i suoi confratelli hanno dunque deciso di avviare un progetto di sostegno a distanza che consente alle famiglie di pagare regolarmente queste tasse: così ogni anno circa 600-800 bambini possono studiare in tranquillità. “È un’iniziativa utile e importante, ma risolve il problema solo temporaneamente: le famiglie continuano infatti a vivere in povertà patendo privazioni”, afferma il sacerdote. “Abbiamo perciò cominciato a invitare le mamme a far parte dei gruppi Avec (Association Villageoise d’Epargne et Crédit - Associazione paesana di credito e di risparmio) da noi fondati per consentire ai più poveri l’accesso al credito e promuovere la solidarietà. Attualmente in questo progetto sono coinvolte 2.000 mamme”.

I gruppi, mediamente costituiti da 30-50 persone, ogni settimana versano in una cassa comune una piccola cifra, alla quale ne aggiungono un’altra, più modesta, per la solidarietà, utilizzata per sostenere eventuali spese urgenti e improvvise. Quando una mamma ha versato una somma sufficiente può chiedere un prestito anche consistente, da rimborsare con un interesse del 10 per cento, che le permette di avviare o ampliare piccole attività, in genere legate al commercio e alla ristorazione.

“Grazie a questo progetto di microcredito moltissime famiglie ora guardano al futuro con serenità e fiducia, hanno sensibilmente migliorato la loro situazione economica e riescono a mandare i figli a scuola. Ne sono molto felice”, prosegue don Gavioli, che, a proposito dei progetti futuri, afferma: “I missionari saveriani, dopo il loro ultimo Capitolo Generale, hanno deciso di gestire nuovamente la scuola professionale di Bukavu che ci avevano affidato. Tra un anno vi sarà dunque il passaggio delle consegne. Noi salesiani resteremo in città, il vescovo ci sta aiutando a trovare una nuova sede in periferia dove abbiamo intenzione di aprire una scuola professionale, un oratorio e locali nei quali accogliere i ragazzi di strada e le famiglie che sosteniamo. Non abbiamo i fondi necessari per questo progetto, ma confidiamo nella Provvidenza”.

E pensando a questi cinquantacinque anni trascorsi in Repubblica Democratica del Congo, conclude: “Qui sento di essere al mio posto e il Signore mi accompagna donandomi pace e serenità. Non mancano le gioie quotidiane regalate dai ragazzi e dagli adulti che aiutiamo, dai giovani che entrano nei nostri seminari, da quanti vengono a pregare da noi e chiedono di far parte della Chiesa Cattolica e di accostarsi ai sacramenti. Sono grato al Signore perché ho sempre potuto vivere insieme ai più poveri e ai più vulnerabili: era ciò che desideravo”.

Cristina Uguccioni

Fonte: L’Osservatore Romano

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