Italia – In ascolto delle voci dei missionari: don Roger Mbayo Mukadi, in partenza con la 153a Spedizione Missionaria Salesiana

20 Settembre 2022

(ANS – Castelnuovo Don Bosco) – Nella seconda intervista ai Salesiani partenti con la 153° Spedizione Missionaria Salesiana incontriamo Roger Mbayo Mukadi, salesiano sacerdote, congolese, di 35 anni, radicalmente appartenente all’Ispettoria “Maria Santissima Assunta” dell’Africa Centrale (ACF). Con alle spalle un’esperienza di servizio missionario già realizzata a Palabek, il centro per i rifugiati attivo in Uganda, è destinato ora a lavorare con e per i giovani del Venezuela.

Dal 2018 hai vissuto un’“esperienza missionaria” a Palabek. Cosa ti ha spinto a scrivere la lettera di disponibilità alle missioni al Rettor Maggiore?

Subito dopo l’ordinazione, quello che a quel tempo era il mio Ispettore mi chiese di andare a servire a Palabek. Lì ho potuto incontrare Gesù nei giovani più poveri e vulnerabili, un’esperienza che ha forgiato profondamente il mio cuore missionario. Così ho deciso definitivamente di aprire il mio cuore alla missione permanente: Ad gentes, Ad exteros e Ad vitam.

Come hanno preso la tua scelta missionaria le persone a te vicine?

Onestamente, è stato molto difficile, perché c’era per tutti la sensazione di una profonda separazione. È stato un momento delicato, emotivamente e psicologicamente. Alla fine, però, alcuni l’hanno saputo comprendere come volontà di Dio, mentre altri hanno ancora bisogno di tempo per capirlo. Ma speriamo che un giorno lo capiranno anche loro.

Come ti stai preparando ad essere missionario in Venezuela? Sei contento del luogo in cui andrai? Hai qualche timore o dubbio riguardo al nuovo luogo, alla cultura e alla sua gente?

Sto cercando di preparare il mio cuore. Per dimenticare l'esperienza vissuta a Palabek ci vorrà sicuramente del tempo. Perché lì ho vissuto i miei primi anni da sacerdote. E questo significa molto per me e per il mio giovane sacerdozio. Ho una sorta di sentimenti opposti, felicità e tristezza. Felice, perché realizzerò il mio desiderio e il mio sogno. Ma anche triste, perché lascio persone che mi vogliono veramente bene, una comunità salesiana di Palabek che mi ha riservato un posto nei loro cuori. Per quanto riguarda la mia nuova missione in Venezuela, dopo aver ricevuto alcune notizie da diverse persone e aver letto alcuni articoli in rete, sono un po' nervoso dentro di me, desideroso di capire se ce la farò o meno. Spero che con l'aiuto di Maria Ausiliatrice le cose procedano bene.

Hai in mente qualche modello di grande missionario di cui vuoi seguire lo stile di vita?

Durante il mio periodo di tirocinio ho conosciuto la storia di un missionario coreano nella mia terra di missione, don John Lee Tae-Seok. Vedere ciò che ha lasciato nel cuore dei giovani in un periodo così breve della sua vita, è stato sicuramente qualcosa che ha interpellato in maniera netta e decisa la mia volontà di dedicarmi a Dio e ai poveri.

Quale messaggio vuoi mandare ai giovani riguardo la vocazione missionaria?

Non abbiate paura. Nessuno è perfetto e c’è sempre spazio per la grazia di Dio nella nostra vita. Dio ci vuole così come siamo per portare il suo amore in tutto il mondo.

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