Stati Uniti – Avere fiducia, come Don Bosco: conosciamo don Noble Lal, il primo salesiano sacerdote pakistano

29 Marzo 2023

(ANS – New Rochelle) – La scorsa settimana, don Noble Lal, SDB, è arrivato negli Stati Uniti, dove ha visitato il Centro Ispettoriale salesiano di New Rochelle, negli Stati Uniti Est (SUE), e ha raccontato la sua vita, il suo lavoro, la sua esperienza con i giovani e i salesiani. Don Lal è il primo salesiano sacerdote pakistano. È entrato a far parte della Congregazione dopo aver conosciuto i salesiani attraverso il suo parroco, un missionario belga.

“Sono rimasto subito impressionato dalla loro spiritualità e dal loro lavoro per i giovani - ha ricordato don Noble, parlando dei Salesiani –. Don Bosco era cento anni avanti rispetto al suo tempo quando ha iniziato la sua missione. Mi sono detto, allora, che se i Salesiani potevano contribuire alla nostra gioventù, perché non potevo farlo anche io?”.

È stato ordinato sacerdote il 24 maggio 2016 e, pertanto, quest’anno alla festa di Maria Ausiliatrice, celebrerà il suo settimo anniversario.

Da oltre 20 anni, don Lal presta servizio nelle due sedi salesiane del Pakistan: Quetta, vicino al confine afghano, e Lahore, vicino al confine indiano. La comunità di Quetta offre un’istruzione formale ai bambini dalla prima alla dodicesima classe. Ospita anche un piccolo convitto femminile, gestito dalle Suore del Buon Pastore, e l’Elfalha Hotel, un piccolo convitto maschile.

Come la comunità di Quetta, anche quella di Lahore ha una scuola formale per i bambini dalla prima alla dodicesima classe. Offre anche un convitto, corsi di guida e un centro di formazione. Inoltre, i Salesiani di Lahore gestiscono una scuola tecnica, che offre corsi di durata variabile – da sei mesi ad un anno – oltre a corsi di alta tecnologia e un diploma triennale.

In questo contesto, il lavoro di don Lal è unico e si distingue. “Siamo due o tre salesiani che fanno il lavoro di oltre 15 persone – ha spiegato –. Il sig. Piero Ramello, salesiano coadiutore, mi aiuta a gestire la comunità di Lahore. È notevole per noi, e sento davvero l’aiuto della Divina Provvidenza che ci assiste”.

Il Pakistan è un Paese musulmano, dove i cristiani rappresentano appena l’1% della popolazione. Spesso vivono in povertà e subiscono discriminazioni. I salesiani non ricevono alcun aiuto dal governo per le loro comunità e opere. “Tutti i nostri aiuti provengono esclusivamente da benefattori e donazioni – ha raccontato don Lal –. Dobbiamo fornire fonti e mezzi per gli stipendi dei nostri insegnanti e per il cibo dei collegi scolastici”.

Eppure, don Lal è tutto fuorché scoraggiato: ha fiducia, come Don Bosco, e sente la Divina Provvidenza sempre al suo fianco. “Il Signore ci manda gli aiuti e ciò di cui abbiamo bisogno”, riflette. Poi, ricordando un momento in cui i salesiani temevano di dover mandar via gli insegnanti, mentre aiutavano le comunità senza far differenze tra cristiani e musulmani, afferma: “La Divina Provvidenza è intervenuta e ha protetto tutti”.

Don Lal è raggiante mentre parla della sua gioia e del suo amore per la missione salesiana. “Lo Spirito di Don Bosco continua a ispirarmi – ha detto –. Mi sento onorato e benedetto quando sento la nostra dedizione ai giovani. Inoltre, la Divina Provvidenza è sempre un passo avanti a noi. Non lo sappiamo, ma facciamo le cose in anticipo e, quando arriva il momento, vediamo che il Signore ci aiuta”.

Infine, quando gli è stato chiesto se avesse qualche consiglio da dare a chi fosse interessato a diventare salesiano, don Lal ha ribadito con felicità il suo amore per la Famiglia Salesiana e la sua missione. “È una grande causa e un grande lavoro per i giovani – ha risposto, sorridendo –. Dobbiamo essere generosi e offrire noi stessi per sostenere la causa di Don Bosco”.

Julia St. Clair

InfoANS

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