Presentati, Francis!
Mi chiamo Francis Tran Van Nho, vengo dal Vietnam e appartengo all’Ispettoria “San Paolo” della Thailandia (THA). Attualmente sono un missionario in formazione e mi sto preparando a essere inviato nell'ambito della 156a Spedizione Missionaria. È per me una grande gioia e un privilegio rispondere alla chiamata di Dio e far parte di questa lunga tradizione di servizio missionario nella Chiesa.
Sono profondamente grato per questa opportunità di essere formato e inviato nello spirito missionario. Spero di portare l’amore di Cristo a coloro che servirò e di vivere questa vocazione con umiltà, coraggio e gioia.
Che cosa ti ha ispirato nella decisione di diventare missionario?
Nel Vangelo è scritto: “Andate e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19) e questo versetto mi ha sempre parlato profondamente. Credo che siamo tutti chiamati a condividere la Buona Novella e ho sentito una forte convinzione a viverla diventando missionario.
Sei felice della destinazione che ti è stata assegnata? Hai timori o preoccupazioni riguardo al nuovo luogo, alla cultura o alle persone?
Sono entusiasta di sperimentare una nuova cultura e di costruire relazioni con le persone del posto. So che potrebbe volerci del tempo per comprendere le loro tradizioni e il loro stile di vita, ma sono aperto all’apprendimento e all’adattamento. Penso che ogni sfida sarà un’opportunità per crescere e dipendere di più da Dio.
Come hanno reagito familiari, amici e tuoi confratelli quando hai parlato loro della tua vocazione missionaria?
Alcuni sono stati preoccupati o insicuri: era difficile per loro capire perché volessi lasciare le comodità di casa. Ma col tempo, man mano che condividevo di più sulla mia vocazione e sulla mia passione per la missione, hanno iniziato a capirmi e a sostenermi di più.
Quali sono i tuoi progetti e sogni per la tua vita missionaria?
Spero di vivere una vita semplice incentrata sulla preghiera, sulla comunità e sul servizio. Il mio sogno è essere un missionario che ascolta profondamente, cammina umilmente e condivide l’amore di Dio attraverso atti quotidiani di amorevolezza. Spero anche di ispirare altri ad aprire il loro cuore all’opera missionaria.
Hai qualche modello di grande missionario il cui stile e la cui vita ti ispirano?
Sì, ammiro San Francesco Saverio. La sua passione nel portare il Vangelo in terre lontane, soprattutto in Asia, e il suo instancabile impegno verso persone di culture diverse mi ispirano davvero. Non si limitava a predicare: si immergeva nella vita di coloro che serviva. Spero di seguire il suo esempio di coraggio, sensibilità culturale e fede profonda.
Come vivi l’esperienza del corso missionario (Corso Germoglio) e la partecipazione a questa 156ª Spedizione Missionaria?
Mi sento profondamente grato e onorato di far parte di questa Spedizione Missionaria nell’anno del 150° Anniversario. È un momento storico e mi sento onorato che Dio mi abbia chiamato a far parte di qualcosa di molto più grande di me. Il Corso Germoglio è stato un periodo di profonda formazione — spirituale, emotiva e pratica. Mi sento più preparato e più consapevole di cosa significhi veramente la missione.
Qual è il tuo messaggio per i giovani riguardo alla vocazione missionaria?
A ogni giovane in cerca di uno scopo, voglio dire questo: la tua vita ha un significato che va oltre ciò che il mondo ti dice. Sei stato creato non solo per piaceri o successo, ma per amore, servizio e qualcosa di eterno. La vocazione missionaria non è solo per le persone ‘speciali’, è un cammino aperto a chiunque sia disposto a dire ‘sì’ all’invito di Dio ad amare senza confini.
Scegliere una vita missionaria non significa avere tutte le risposte. Significa essere disposti a camminare con gli altri, a imparare, a lasciarsi trasformare. Significa permettere al tuo cuore di spezzarsi per ciò che spezza il cuore di Dio – povertà, ingiustizia, solitudine e vuoto spirituale – e poi agire in qualche maniera, una persona alla volta.
In un mondo che spesso incoraggia a guardare se stessi, il percorso missionario ti invita a vivere per gli altri, a uscire dalla tua zona di comfort e ad avere fiducia in Dio, più che nei tuoi progetti. Non è facile, ma è profondamente appagante. Ti rende veramente vivo.
E anche coloro che non diventeranno missionari in senso formale, voglio incoraggiarli a vivere con un “cuore missionario”: pronto a servire, a perdonare, a tendere la mano e a costruire ponti. Dio chiama ancora oggi, proprio come chiamò Mosè, Maria e tanti altri. La domanda è: “Stai ascoltando? E sei disposto a lasciarti guidare, anche se non conosci il percorso?”
https://www.infoans.org/sezioni/interviste/item/25968-rmg-conosciamo-i-nuovi-missionari-francis-tran-dal-vietnam-alla-thailandia#sigProId0d0aa4b128
