Italia – “I sogni di Don Bosco”. Intervista a don Bozzolo

22 Giugno 2018

(ANS – Torino) – Domenica prossima, 24 giugno, ricorre la festa di San Giovanni Battista, che a Torino, sin dal 1870, gli exallievi di Don Bosco presero a festeggiare come festa della riconoscenza nei confronti del Padre, Maestro e Amico dei giovani. In vista di questa ricorrenza, vogliamo riscoprire ciò che guidò tutta l’azione pastorale ed educativa di Don Bosco, i suoi sogni. E lo facciamo con don Andrea Bozzolo, che sul tema ha recentemente dato alle stampe il libro “I Sogni di Don Bosco. Esperienza spirituale e sapienza educativa”.

di Francesca Bonotto

Com’è nata in lei la voglia e la passione di scrivere questo libro?

Il libro di cui sono curatore è nato da una ricerca precedente, che mi ha consentito di studiare gli atti del processo di canonizzazione di Don Bosco. Tale ricerca mi ha confermato nella convinzione che il fenomeno onirico nella vita di Don Bosco ha avuto un risalto assai maggiore di quanto oggi siamo abituati a pensare. All’importanza di questo fenomeno non corrisponde ancora uno studio proporzionato del tema, che ovviamente è difficile da inquadrare sotto il profilo teorico.

Cos’hanno rappresentato per il percorso di vita di Don Bosco i suoi sogni?

Come ha affermato autorevolmente don Pietro Stella, SDB: “I sogni [di Don Bosco] fondarono convinzioni e sostennero imprese. Senza di essi non si spiegherebbero alcuni lineamenti caratteristici della religiosità di Don Bosco e dei salesiani. Per questo essi meritano di essere studiati attentamente non soltanto per il loro contenuto pedagogico e moralistico, ma già per quello che furono in sé e per il modo come furono intesi da Don Bosco, dai suoi giovani, dai suoi ammiratori ed eredi spirituali”.

Ci sono stati dei sogni più determinanti di altri? E se sì, quali?

La tradizione salesiana ha saputo identificare fin dall’inizio i sogni più determinanti. Anzitutto quelli relativi all’itinerario spirituale di Don Bosco, dal sogno dei nove anni in poi. Poi quelli relativi alla nascita della Congregazione e al profilo del salesiano, dal sogno del pergolato di rose fino a quelli missionari. Infine i sogni che trasmettono importanti messaggi educativi.

Qual è, secondo lei e la sua esperienza, il sogno che racchiude un significato più profondo e perché?

Indubbiamente Don Bosco ha attribuito al sogno dei nove anni un significato del tutto particolare. Vi ha intravisto come un filo conduttore della sua esistenza, accompagnato dalle parole profetiche: “a suo tempo tutto comprenderai”.

Con che difficoltà, di pensiero, si è scontrato durante la stesura e l’approfondimento di questi temi?

Alcune difficoltà derivano dalla documentazione che ha trasmesso i sogni di Don Bosco, che richiede ulteriore studio storico. Altre difficoltà sono di carattere teorico. Anzitutto: che cosa è un sogno? Che cosa dice dell’uomo e del suo essere al mondo? Quale intenzionalità lo abita? E poi: che rapporto esiste tra il sogno e la sua narrazione? Quale attendibilità vi si può riconoscere? Infine: può un sogno essere luogo di un parola divina? In che senso? Come si vede non sono domande semplici, ma la ricerca ha dovuto affrontarle con un approccio multidisciplinare.

Se dovesse descrivere questo volume in poche righe, quali parole utilizzerebbe e perché?

Il volume contiene 19 contributi che hanno tentato di individuare le categorie teoriche (antropologiche e teologiche) per affrontare il tema e di utilizzarle in modo accurato. Offre lo studio di alcuni sogni specifici e di alcuni temi trasversali e ricorrenti nel mondo onirico di don Bosco. Non meno importante è l’attenzione educativa all’uso che il fondatore dei Salesiani fece del racconto dei sogni per la trasmissione di importanti messaggi spirituali. Il volume ha in qualche modo inteso riaprire un dossier che forse era stato un po’ accantonato… Ma rimane molto lavoro da fare.

Fonte: SalesianiNordEst.it 

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