Messico – Juan José Bartolomé: “La preferenza di Gesù per i bambini è un segno della ‘debolezza’ di Dio verso i più deboli”

19 Ottobre 2018

(ANS – Tlaquepaque) – Il biblista don Juan José Bartolomé, salesiano, ha scritto il libro “Jóvenes: fe, vocación, discernimiento. Rezar el tema del Sínodo sobre los jóvenes, a la luz de la Palabra de Dios” (Giovani: fede, vocazione, discernimento. Pregare il tema del Sinodo sui giovani, alla luce della Parola di Dio). Spiega che il “Sinodo sui giovani non sta solo analizzando la realtà attuale in cui essi si muovono, ma cerca di fare un vero discernimento su questo momento della Chiesa. Pertanto è necessario tornare alle fonti, alla Parola di Dio, in modo che questa illumini la realtà”. Nel contesto del percorso sinodale ha anche recentemente preparato anche il libro “Dio parla anche ai giovani”.

Quali pagine della Scrittura ci aiutano a focalizzare l’attenzione sui giovani?

Direi tutte, perché l’importante non è a chi dirigiamo il nostro sguardo, ma se la nostra visione rappresenta lo sguardo di Dio.

L’atteggiamento di preferenza di Gesù verso i bambini, negli insegnamenti o in alcuni miracoli, che ruolo ha nella predicazione del Regno di Dio?

Un ruolo decisivo, anche se normalmente poco apprezzato. La preferenza di Gesù per i bambini è, in primo luogo, un segno della ‘debolezza’ di Dio verso i più deboli; con il suo trattamento privilegiato per loro, Gesù rivela le scelte di suo Padre. E in secondo luogo, tale atteggiamento fa del bambino, indifeso e insignificante, l’esempio e la misura della conversione del discepolo che desidera entrare nel Regno.

Discernere è scoprire l’impronta di Dio. C’è un personaggio che è stato immortalato come giovane, quello del bravo ragazzo troppo ricco da lasciare tutto per seguire il Signore. Questo apparente "fallimento" di Gesù, quali lezioni può darci?

Non segue Gesù colui che è buono: quel giovane era così buono da far commuovere Gesù quando gli dice di aver adempiuto tutta la legge fin dalla sua giovinezza. Né segue Gesù semplicemente chi è chiamato e amato da Lui: dobbiamo amare Gesù più di chiunque altro, più di ogni altra cosa. Se abbiamo qualcosa così cara da non poterla perdere, finiamo per perdere Gesù e il buon Dio.

Il sinodo voleva riflettere, sin dal titolo, sulla forza del discernimento e questo non è possibile senza conoscere e senza essere capaci di pregare la Parola di Dio. Può essere un’occasione per dare maggiore impulso alla Bibbia tra i giovani?

Dovrebbe esserlo. Discernere è scoprire l’impronta, il passaggio del Dio vivente nella propria esistenza e nella storia umana. Ma Dio è apprezzabile solo nella Sua Parola. Chi non la ascolta - e per ascoltarla, dobbiamo venerarla e pregarla - non si incontra con Lui.

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