Ecuador – Sara, missione in Papua Nuova Guinea: “Dio non smette mai di sorprenderci”

29 Novembre 2018

(ANS – Cuenca) – A gennaio 2019 Sara Soto, una 24enne ecuadoriana, intraprenderà un lungo viaggio dal suo Paese in Papua Nuova Guinea per realizzare uno dei suoi più grandi sogni: essere missionaria ad gentes. Anche se non avrebbe mai immaginato che la sua destinazione di missione sarebbe stata così lontano (ci sono 15 ore di differenza dall’Ecuador), è felice perché avrà l’opportunità di portare la gioia del Vangelo “dall’altra parte del mondo”.

“Dio non smette mai di sorprenderci e per me è stata una sorpresa, ma allo stesso tempo l’ho accolta come una grande sfida. Lui ci manda dove sa che possiamo rispondere e sono certa che tutto andrà bene perché Lui sarà con me”, commenta questa giovane di Cuenca, che partecipa alla catechesi e alla vita dell’oratorio della parrocchia salesiana dedicata a Maria Ausiliatrice da quando aveva 14 anni.

La vocazione missionaria di questa giovane è stata forgiata inizialmente dal suo amico Geovanni Méndez, che la fece innamorare di questa attività con le sue testimonianze. “Mi raccontava dell’oratorio, che i bambini dell’istituto erano molto devoti, della sua esperienza di educatore… Io volevo assolutamente vivere queste cose in prima persona” spiega.

Nel suo lavoro in parrocchia ha avuto l’opportunità di fondare, insieme al padre, Milto Soto, il gruppo di animazione missionaria della parrocchia salesiana. È qui che ha mosso i primi passi in questo settore, e dove ha incontrato don Luigi Ricchiardi, un altro dei suoi riferimenti di vita, che lei descrive come la “missione vivente”.

Sara ricorda anche che la prima volta che voleva andare in missione suo padre non voleva permetterglielo. Allora lei le disse: “se non vuoi lasciarmi andare, vieni con me”, e così fecero. Da quel momento in poi Sara ha rafforzato il suo rapporto con il padre, hanno lavorato insieme nello stesso progetto e la famiglia è diventata più costante nella ricerca del servizio per il prossimo.

Tutto questo lavoro previo è servito a Sara per prepararsi a compiere il suo anno di volontariato nazionale, andando a Quito, presso l’Istituto del Bambino Gesù di Praga. Lì ha potuto visitare una comunità di persone affette dal Morbo di Hansen, e questo l’ha fortificata nel suo impegno ad aiutare i gruppi vulnerabili. “Le visite ad una comunità dove vivevano persone con la lebbra furono qualcosa di veramente bello, perché s’impara tantissimo dalle persone che hanno tanto bisogno”.

Pur non conoscendo i dettagli della missione che l’attende, è entusiasta all’idea di essere educatrice dei giovani e di far scoprire loro che condividono la stessa grazia: essere figli di Dio. “Una delle sfide – prosegue – sarà quella di adattarsi alla cultura locale e insegnare l’inglese, un’attività che non ho mai fatto prima”. In ogni caso, troverà ad attenderla e ad accompagnarla e don Alfred Maravilla, Superiore della Visitatoria di Papua Nuova Guinea–Isole Salomone.

Dice che non ha un piano stabilito, ma che sarà disposta a dedicarsi completamente alla realtà della missione. Ritiene che questa è una delle lezioni apprese dal volontariato nazionale, poiché solo stando sul posto si possono conoscere le esigenze concrete sulla base delle quali orienterà il suo lavoro.

Sara spera anche di contribuire alla missione attraverso le sue capacità professionali di disegnatrice grafica: già quando intraprese quel percorso formativo, infatti, desiderava poter mettere i suoi talenti a disposizione Congregazione, un giorno.

Nella parte finale della sua preparazione al volontariato missionario, Sara ha svolto diversi compiti di animazione missionaria e di promozione delle missioni ad gentes tra i giovani delle scuole salesiane di Cuenca, Manta, Macas e Guayaquil e nelle prossime settimane sarà a Riobamba. “Ovunque ho detto ai ragazzi di non aver paura di lasciare la casa, i genitori, i comfort, perché troveranno molte esperienze positive che potranno cambiare la loro vita, e quindi se hanno acceso la fiamma missionaria devono tenerla accesa e nutrirla sempre”.

Durante questo viaggio ha incontrato anche i salesiani che fanno parte della Comunità “San Juan Bosco” di Guayaquil. Parlare con loro e rendersi conto che hanno dato tutta la loro vita alla missione ha toccato il suo cuore e l’ha aiutata a dissipare la paura di intraprendere un servizio generoso in un contesto sconosciuto. È per questo motivo che Sara ha deciso che il motto della sua missione sarà “essere il sale e la luce del mondo”, in una terra sconosciuta, ma da cui spera di ottenere molte lezioni per la sua vita di cristiana e missionaria.

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