RMG – Il Direttore salesiano: costruttore di unità e comunione per tutti

30 Luglio 2019

(ANS – Roma) – “Il direttore salesiano – un ministero per l’animazione e il governo della comunità locale” è il risultato del compito che era stato affidato dal Capitolo Generale 27 e dalla programmazione del sessennio al Dicastero della Formazione e che ha ricevuto, nella sua 28a bozza, l’approvazione finale del Rettor Maggiore e del Consiglio. Del suo significato e del suo valore, ne abbiamo parlato con don Ivo Coelho, Consigliere Generale per la Formazione, e don Silvio Roggia, del medesimo Dicastero.

“Il cuore del nuovo manuale del direttore sta nel fatto che il direttore salesiano non è direttore solo della comunità religiosa, ma anche nella comunità educativo-pastorale. Per tutte e due lui è principalmente custode dell’identità salesiana: custode dell’identità salesiana consacrata per la comunità religiosa, e dell’identità salesiana per la comunità educativo-pastorale” ha affermato don Ivo Coelho, Consigliere Generale per la Formazione.

“Dentro c’è tutta la ricchezza della nostra tradizione – prosegue don Silvio Roggia, del medesimo Dicastero – a partire dallo ‘studia di farti amare’ di Don Bosco, che era parte del primissimo vademecum per il primo direttore, scritto a mano da Don Bosco stesso se consegnato a Don Rua 26enne, quando nel 1863 va come direttore a Mirabello, prima casa fuori Torino. Insieme c’è anche tutta la ricchezza che viene dalla varietà di contesti e situazioni, sfide e anche tentativi di soluzione e risposta, che sono emersi dai 316 contributi inviati da tutte le regioni collaborando in questo lavoro, per lo più dai direttori dell’ispettoria insieme come risposta elaborata in gruppo, o da consigli ispettoriali”.

Don Silvio, nella prima parte il testo presenta l’identità consacrata salesiana. Cosa se ne trae?

Le prime pagine mettono a fuoco la nostra identità di Salesiani consacrati nelle due forme in cui viviamo la nostra unica vocazione, come salesiani coadiutori e salesiani chierici, dentro la Famiglia Salesiana e nella Chiesa. L’ecclesiologia di comunione ci aiuta a comprendere che ogni stato di vita e vocazione specifica fiorisce, dà frutto e si comprende solo quando diventa dono per tutti gli altri. Questa è la prospettiva che ci mette sulla giusta lunghezza d’onda con la Chiesa e tra di noi, all’interno delle nostre comunità.

Il direttore salesiano è chiamato a far crescere e rafforzare l’identità salesiana tra i suoi fratelli e in tutto ciò che la presenza salesiana significa su quel territorio. Il direttore come garante e custode del carisma Salesiano: questo è stato uno dei messaggi più accentuati, trasversalmente presente nei 316 contributi venuti dalle 7 regioni.

Nella seconda parte viene presentato invece il direttore nella comunità religiosa salesiana: quali sono le linee guida offerte?

Riprendendo i temi guida del CG27 (mistici nello spirito, profeti di fraternità, servi dei giovani) si coglie il dono e la responsabilità che la presenza del direttore è chiamata ad essere tra i confratelli per l’animazione e la guida della comunità, cosicché il meglio della nostra identità salesiana consacrata possa esprimersi da mistici profeti e servi oggi, che sono poi il tutto del nostro vivere e lavorare insieme.

Vengono quindi presi in considerazione modalità e mezzi attraverso cui il servizio di animazione e guida carismatica salesiana viene portato avanti dal direttore: dalla buonanotte al progetto comunitario; dal ruolo del consiglio locale ai momenti di assemblea dei confratelli.

L’insieme di questa seconda parte disegna così il tipo di accompagnamento chiesto dal direttore verso ogni confratello e verso il loro vivere insieme in comunità, con tutta la varietà di forme in cui questo accompagnamento prende vita in ogni Ispettoria.

Sull’accompagnamento c’è un altro importante lavoro che presto sarà messo a disposizione di tutti i confratelli. “Giovani Salesiani e accompagnamento - orientamenti e direttive”. Interessante notare che nel chiarire bene la diversità tra accompagnamento spirituale personale e colloquio col direttore nulla si sminuisce o perde del valore di animazione e guida che ha il direttore.

Anzi diventa ancora più chiara ed esplicita la responsabilità di guida carismatica salesiana dell’intera comunità a lui affidata.

E quanto alla “missione salesiana condivisa”, cosa dice il nuovo Manuale?

Facendo tesoro di un intervento di Don Vecchi, che dopo il Capitolo Generale 24 chiariva che esistono soltanto due forme di presenza salesiana [1] quella dei confratelli insieme nella comunità educativa [2] quella di soli laici che animano un’opera salesiana a nome e in costante rapporto con l’ispettoria (dunque non vi sono presenze di ‘soli salesiani’), il testo dedica molta attenzione al come la comunità salesiana può diventare punto di riferimento carismatico nella comunità educativo pastorale, cioè come continuare a seminare il carisma pedagogico spirituale di Don Bosco perché continui a fiorire e portare frutto tra i giovani negli oltre 130 paesi in cui siamo.

La realtà delle Ispettorie e delle comunità locali è quanto mai varia in questo campo, e il testo ne tiene conto, proponendo diversi modi di essere significativamente presenti, con il ruolo importante del direttore come punto di riferimento carismatico e costruttore di unità e comunione per tutti, nel rispetto del contributo offerto da ogni altra vocazione e dell’autonomia che differenti forme di gestione di opere e settori richiedono.

Nella conclusione si allarga l’orizzonte, ricordando che anche la comunità più estesa per il numero di giovani raggiunti e servizi offerti non è mai un mondo a sé stante, ma è sempre chiamato ad aprirsi in cerchi sempre più ampi di comunione, nella Ispettoria, nella regione, nella congregazione, sul territorio nella Chiesa universale.

Inoltre, in appendice ci sono poi i ricordi confidenziali ai direttori di Don Bosco e le norme essenziali del diritto canonico a cui il direttore potrà fare riferimento.

Cosa rappresenta questo Manuale per la Congregazione e per i singoli Salesiani?

Il Rettor Maggiore nella prefazione presenta questo testo come rivolto a tutti i membri di ogni comunità religiosa salesiana, come strumento privilegiato di formazione permanente per i prossimi anni: “A tutti voi, dunque, miei cari confratelli, offro questo dono, frutto di un impegnativo lavoro di sintesi di tutti gli sviluppi, che hanno avuto luogo nella Chiesa e nella nostra Congregazione negli ultimi 30 anni”.

Dono che diventa compito anzitutto per chi ha un ruolo di animazione e governo a livello locale, ispettoriale, regionale e mondiale: Il compito cioè di attivare efficaci processi perché questo nuovo ‘sentire della Congregazione’ su comunità e direttore salesiano possa raggiungere il cuore e la mente di ogni confratello, a cominciare da di chi è in formazione iniziale così da essere accolto, condiviso, fatto proprio.

Dell’intervista a don Silvio Roggia è disponibile su ANSChannel anche un video, in italiano e spagnolo.

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