Interviste
(ANS – Wau) – Non è la prima volta che i Figli di Don Bosco pagano con la loro libertà il servizio missionario per le persone più bisognose. Oggi è don Uzhunnalil ad essere sequestrato per la testimonianza coerente del Vangelo, ma prima di lui, nel 1985, toccò ad un altro missionario indiano, anch’egli del Kerala, all’epoca attivo in Sudan. Venne rapito e rimase prigioniero per oltre 500 giorni, ma alla fine fu liberato. Oggi racconta così la sua esperienza, mentre tutto il mondo salesiano si augura che anche per don Uzhunnalil si concretizzi un epilogo analogo.
(ANS – Lungi) – Don Ubaldino Andrade Hernandez è un missionario salesiano che ha lavorato in Sierra Leone. È stato a Roma, presso la Casa Generalizia, nei giorni di esposizione della mostra fotografica: “L’Ebola, più in là dell’Ebola” (Ébola, más allá del Ébola). La sua testimonianza è un segno di fiducia in Dio. Racconta che nei giorni dell’epidemia molti stranieri se ne andavano con “una vera e propria paura della morte (…). Noi abbiamo deciso di rimanere come genitori per molti bambini abbandonati”. Guardando le foto della mostra, i ricordi tornano alla mente e i suoi occhi si soffermano a ricordare i momenti vissuti. “Rimanere era l’opzione migliore”.
(ANS – Roma) – Una statua che rappresenta Don Bosco in un modo più attuale e moderno rispetto all’iconografia tradizionale. È quella che sarà portata dal Rettor Maggiore nelle diverse sedi in cui, con i suoi Consiglieri, realizzerà le Visite d’Insieme. A parlarci della statua, del suo rapporto con Don Bosco e di arte ed educazione è l’autore dell’opera, l’artista Mauro Baldassarri.
(ANS – Salem) – Des Williams è un volontario del programma “Bosco Volunteer Action” (BOVA) dei Salesiani della Gran Bretagna e ha dedicato 4 mesi della sua vita ai ragazzi ospitati nel centro salesiano per i giovani affetti da HIV/AIDS, situato nel Sud dell’India, nei pressi di Salem, Ispettoria di Tiruchy. Queste sono alcune delle sue riflessioni su quest’esperienza.