RMG – “Cari educatori: semplicemente, grazie: perché avete deciso di restare con Don Bosco e i giovani”
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05 Maggio 2020

(ANS - Roma) – Si dice che in tempo di guerra non si puliscono le armi. Nel silenzio di questa guerra che stiamo vivendo, quella contro il Covid-19, desideriamo il trambusto dei nostri ragazzi, le attività delle nostre opere. Ora ci lamentiamo della mancanza di protagonisti, perché abbiamo bisogno di studenti, insegnanti, educatori e di una comunità in azione. Qualche settimana fa non immaginavamo che il tempo si sarebbe fermato nelle nostre opere educative. Pensavamo che l’assenza sarebbe stata solo per un breve periodo di tempo, ma... intanto sono già passate delle lunghe settimane.

E allora? Cosa possiamo fare? Condanniamo noi stessi all’inerzia dell’emergenza educativa e sociale che ha causato tanti danni e tante lacrime? O facciamo uso della speranza creativa, come figli di un sognatore, e dell’inventiva, per il bene dei nostri cari giovani? Facciamo uso della speranza, che è una sicura vittoria!

I tempi sono cambiati e continueranno a cambiare. Sono tempi di pandemia come non ne abbiamo mai visti. Come ha fatto il mondo intero a crollare così rapidamente? Nello sconvolgimento delle novità che questa realtà ci ha portato, ci rimangono l’audacia, l’innovazione, la sfida e la presenza di coloro che sono apparsi in prima linea: i brillanti, generosi e sempre presenti educatori.

Lo scenario è cambiato, ma loro sono ancora lì. Da ogni angolo del mondo giungono notizie del modo creativo, innovativo, impegnato e audace con cui tanti educatori hanno dimostrato l’importanza della loro missione. Non sono fisicamente “qui” perché sono confinati nelle loro case. Con fatica, ma con creatività. Con devozione e grande generosità.

Quelli che chiamiamo educatori avrebbero potuto nascondersi, sparire dalla scena, giustificarsi con tante cose, ma no. Hanno deciso di restare “con Don Bosco” e “con i giovani”.

Sì, caro educatore, caro maestro, caro laico corresponsabile della nostra missione, caro “chiunque tu sia” e ovunque tu sia: questo messaggio è per te e voglio dirti semplicemente GRAZIE!

Un grazie sincero che diventa un coro di voci. Quindi polifonico, multicolore, forse un po’ stonato, ma con il ritmo giusto di ciò che va detto. Oggi Don Bosco, Padre e Maestro dei Giovani, non avrebbe altra parola se non questa: “Grazie!”. E sicuramente sarebbe orgoglioso di voi educatori.

La storia vi ricorderà per tante cose... Ma ricorderà in particolare i nomi di coloro che non hanno rinunciato ad esserci, quando era più necessario esserci, vivere e sentirsi, come eroi di un’epoca; voi che, senza essere in ospedale, avete voluto mostrare un altro sguardo, uno sguardo di speranza creativa, perché l’educazione fosse oggi, come sempre, la più nobile e leale delle azioni umane.

Grazie, caro educatore, cara educatrice, qualunque sia il tuo nome, per non aver mai rinunciato a ciò che sei, nonostante tutto. Per essere lì. Semplicemente, grazie!

Don Tarcízio Morais, SDB

Responsabile Scuole e CFP del Dicastero di Pastorale Giovanile

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