Perù – In tempo di pandemia i salesiani curano e salvano 720 persone
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20 Novembre 2020

(ANS – Lima) – I salesiani del Perù, attraverso la “Fundación Don Bosco” e grazie alla collaborazione delle Procure Missionarie salesiane e al coordinamento del progetto “Don Bosco Solidarity vs Covid-19”, stanno aiutando da mesi la popolazione messa alla prova dalla pandemia e dalle sue conseguenze. Con lo spirito pratico proprio dei Figli di Don Bosco, affrontano le necessità una alla volta, pronti ad un intervento dopo l’altro, con il solo obiettivo di testimoniare l’amore di Dio ai fratelli in stato di necessità.

All’inizio dell’emergenza Covid-19 il progetto previsto dalla fondazione era volto ad acquistare cibo per chi rimaneva senza entrate a causa delle restrizioni anti-contagio. Ma quando nel Paese è esplosa la crisi sanitaria, è stata richiesta l’autorizzazione a riorientare gli aiuti umanitari per l’assistenza sanitaria, al fine di assistere e salvare la vita dei pazienti vittime del coronavirus.

Così, durante i mesi più duri della pandemia in Perù, mentre mancavano le cure mediche per i malati, le bombole di ossigeno negli ospedali e – a partire da luglio e fino ad oggi – con il collasso dei servizi di emergenza negli ospedali di tutto il Paese, i salesiani sono riusciti a curare e a salvare 720 malati fornendo loro un kit di farmaci elaborato secondo le indicazioni degli esperti medici. Inoltre, hanno anche acquistato e distribuito 20 pulsossimetri, strumenti molto preziosi per osservare l’evoluzione della malattia nei pazienti e fornire le cure più appropriate.

Gli aiuti hanno raggiunto molte comunità in tutto il Paese: Pucallpa (200), San Lorenzo (150), Piura (100) Caritas di Yurimaguas (100), Arequipa (50), Monte Salvado (50), Lima (70).

E ci sono molte testimonianze interessanti.

María Luisa Maduell, responsabile della Parrocchia di San Tommaso, a Rio Paranapura – una zona missionaria di difficile accesso nel Vicariato Apostolico di Yurimaguas – racconta: “Alcuni anni fa i promotori della salute di questa zona vennero addestrati ad affrontare la malaria vivax e falciparum; ora sono stati invitati a combattere contro il coronavirus, con il motto: ‘Non una vittima a Paranapura’. Grazie ai farmaci della Fondazione, arrivati attraverso Caritas Yurimaguas, e ad altri che avevamo raccolto, abbiamo preparato dei kit per i promotori della salute (autorità locali o animatori, a seconda dei casi), che essi dovevano prendere e conservare, dopo aver ricevuto una mattinata di formazione su Covid-19. Sono stati realizzati diversi incontri con poche persone, tutti i protocolli sono stati rispettati e le spiegazioni hanno sempre tenuto conto della lingua originale dei partecipanti. Alla fine a tutti è stata data la ‘cassetta di pronto soccorso’ anti-Covid-19 per poter conservare e mantenere bene le medicine (al sicuro da formiche, scarafaggi, ecc.). Vi ringrazio, a nome delle comunità della Parrocchia e a nome di coloro che hanno beneficiato della vostra donazione, per questo gesto umano e solidale che avete compiuto verso il Vicariato”.

Rolando Nieto Zalasar è un altro beneficiario. Vive ad Arequipa, in una zona che, per via delle attività commerciali, registrava grandi flussi di persone. Essendo una persona vulnerabile e non potendo permettersi i farmaci, quando ha manifestato i primi sintomi dell’infezione ha ricevuto il suo kit.

Anche Gloria Huancachoque, di 41 anni, vive ad Arequipa. Era l’unica fonte di reddito a casa sua, ma durante la pandemia ha perso il lavoro. Uscendo a fare le pulizie per mantenere la famiglia ha contratto il virus e poi l’ha trasmesso ai suoi figli più piccoli. Pure lei ha beneficiato del kit di medicinali dei Salesiani.

Attualmente la presenza salesiana in Perù è sparsa nelle regioni costiere, nell’altopiano e nelle missioni nelle foreste; ognuna di queste aree è alle prese con molte sfide in termini di vulnerabilità della popolazione.

I salesiani delle diverse comunità chiedono il sostegno di altre organizzazioni perché la pandemia perdura e la situazione economica non si è ancora completamente riattivata. Lo stato di emergenza è stato prorogato fino al 30 novembre 2020.

I salesiani, naturalmente, nei limiti delle possibilità si stanno occupando di quanti bussano alle loro porte chiedendo aiuto, ma hanno bisogno di maggiori risorse per poter consegnare cibo ai più poveri.

“C’è molta fame in giro e noi vogliamo aiutare, ma le poche risorse che abbiamo si stanno esaurendo…” racconta don Raúl Acuña, SDB, Vicepresidente della “Fundación Don Bosco”.

Per ulteriori informazioni, visitare il sito: https://fundaciondonbosco.org.pe/ 

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