Brasile – I salesiani in Amazzonia
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24 Novembre 2020

(ANS – Brasilia) – Dal 1915 la missione salesiana opera con 23 gruppi etnici indigeni nella regione del Rio Negro e dei suoi affluenti, nell’estremo nord del Brasile. La dimensione missionaria salesiana nel Paese trova espressione soprattutto nella presenza tra i popoli originari: le Ispettorie dei Salesiani di Don Bosco “San Domenico Savio”, con sede a Manaus (BMA), e “Sant’Alfonso Maria de’ Liguori” con sede a Campo Grande (BCG), e le Ispettorie delle Figlie di Maria Ausiliatrice dedicate a “Laura Vicuña” e “Santa Teresinha” (Manaus) e “Nostra Signora della Pace” (Cuiabá), sono considerate Ispettorie missionarie proprio per questo motivo.

“Il concetto missionario oggi va oltre, nel senso che la missione non ha confini. Ma queste Ispettorie sono considerate missionarie perché hanno un lavoro davvero specifico con gli indigeni”, spiega don Reginaldo Cordeiro, SDB, Vicario e Delegato per l’Animazione Missionaria di BMA. “La nostra Ispettoria è nata con la prima casa a São Gabriel da Cachoeira, nel 1915 e si è sviluppata dalla periferia, dalle popolazioni indigene, ai centri urbani. Oggi, con 105 anni di presenza, abbiamo fatto molti progressi nella conoscenza e nell’evangelizzazione. Vediamo che le popolazioni indigene e non indigene hanno bisogno l’una dell’altra, si sostengono a vicenda, e questo incontro di culture è molto bello e importante”, aggiunge il salesiano.

Lo Stato di Amazonas è geograficamente molto ampio e tradizionalmente diviso dai suoi grandi fiumi. Nel 1914 la Santa Sede affidò ai Salesiani di Don Bosco (SDB) la Prefettura Apostolica di Rio Negro e i primi salesiani arrivarono nella regione l’anno successivo, stabilendo la sede della loro nuova missione a São Gabriel da Cachoeira, a circa 850 km da Manaus. Presto si diffusero in tutta la regione, aprendo oratori, scuole, centri giovanili e parrocchie, senza tralasciare la presenza missionaria tra gli indigeni.

Le Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) sono arrivate nella regione un po’ più tardi, nel 1923, data in cui è stata fondata la prima casa, sempre a São Gabriel. Nel 1961 è stata ufficialmente eretta l’Ispettoria “Laura Vicuña” per accompagnare il crescente numero di opere. Tuttavia, a causa delle difficoltà causate dalle distanze e dalla diversità tra gli stati (Amazonas, Pará e Rondônia), nel 1999 è stata creata l’Ispettoria di Santa Teresinha. Attualmente le due Ispettorie FMA sono in fase di riunificazione per potenziare l’unica opera che, come nel caso dei Salesiani, si caratterizza sia per la missione tra le popolazioni indigene, sia per l’azione pastorale ed educativa nei centri urbani.

Nella regione del Rio Negro e dei suoi affluenti, oggi sono cinque le presenze missionarie salesiane. A São Gabriel da Cachoeira, Santa Isabel e Iauaretê – quest’ultima al confine con la Colombia – la missione è condivisa tra SDB e FMA e coinvolge 23 diverse etnie indigene, con parrocchia, oratorio, catechesi, corsi professionali e visite alle diverse comunità. A Maturacá e Marauiá i Salesiani lavorano esclusivamente con gli Yanomami; a Maturacá, attraverso una parrocchia e l’assistenza spirituale offerta nelle visite periodiche; a Marauiá, con una presenza meno strutturata. In entrambi i luoghi, sottolinea don Cordiero, è attivo un accordo con il governo statale per il sostegno degli insegnanti indigeni nelle scuole pubbliche della regione.

“L’opera missionaria con le popolazioni indigene consiste prima di tutto in una presenza religiosa di qualità. Consiste nello stare con la gente, che ha la propria cultura, i propri costumi e la propria religione. È un’esperienza di incontro con l’altro e, a partire da questo, di servizio, di sviluppo e di azione evangelizzatrice”, spiega il salesiano. Secondo lui, una delle grandi sfide della missione salesiana oggi è l’incontro tra il carisma salesiano e il Sistema Preventivo di Don Bosco, da una parte, con la spiritualità e il modo di essere degli indigeni, dall’altra. “La grande sfida è questo incontro di valori per formare una Chiesa autoctona, cioè che emerge dall’incontro di due culture. Nessuna cultura deve sovrapporsi, ma piuttosto devono intrecciarsi. Il Sinodo dell’Amazzonia è venuto a rafforzare questo concetto, che la Chiesa può esprimere i suoi valori facendo passi verso l’inculturazione”.

In ambito sociale l’azione salesiana è molto orientata alla formazione, all’emancipazione, al potenziamento delle competenze e alla responsabilizzazione dei giovani indigeni, oltre che a sostegno della leadership. Un fiore all’occhiello in tal senso, è il Centro di Formazione Indigena operante a San Gabriel, che offre esperienze formative per essere buoni cristiani e risvegliare le vocazioni, laiche e religiose.

A questo proposito, attualmente l’Ispettoria BMA conta sei sacerdoti indigeni, appartenenti a cinque etnie diverse, oltre a giovani indigeni in tutte le fasi della formazione salesiana.

Fonte: Salesianos BRE

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