Italia – Rosignano Monferrato e mons. Ernesto Coppo, SDB, apostolo dei tre mondi
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10 Febbraio 2021

(ANS – Rosignano Monferrato) – Rosignano Monferrato è un comune piemontese sito nella Provincia di Alessandria. Anch’esso, come molti altri comuni del territorio monferrino, è molto legato alla storia salesiana. Di particolare rilievo, umano, ecclesiale e salesiano, è la figura di uno dei figli più illustri di Rosignano Monferrato, mons. Ernesto Coppo, Vescovo e missionario salesiano negli Stati Uniti, in Australia ed in Italia.

Rosignano Monferrato ha una storia secolare gloriosa e burrascosa, fonte di saggi storici importanti, tutta legata alla posizione strategica del paese, “sentinella di Casale”, sede perenne di guarnigioni militari. Sul Sasso che domina il paese è il castello, del secolo XII. E sulla collina opposta, come un gigantesco fiore, emerge la parrocchiale di San Martino, la frazione più popolosa.

A Rosignano Don Bosco trovò un terreno fertile. Grazie anche all’impulso del parroco, Mons. Giovanni Bonelli, fraterno amico di Don Bosco, le vocazioni fiorirono copiose. Compreso la celebre “sentinella dell’Oratorio”, il coadiutore Marcello Rossi che per decenni fu a Valdocco il fedele custode della prima Casa fondata dal Santo. E poi ancora le sorelle Sorbone, tra cui emergono Suor Angelica, pioniera ed ispettrice in Argentina e Cile, e Madre Enrichetta, Vicaria Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice sino al 1942. E poi ancora, tra le molte vocazioni, i fratelli don Arturo e don Dante Caprioglio (ultimo Direttore dell’Istituto salesiano “San Carlo” di Borgo San Martino). Tra tutte queste straordinarie vocazioni salesiane spicca la figura di mons. Ernesto Coppo.

Ernesto Coppo nacque il 6 febbraio 1870, poco più di 150 anni fa, nella frazione Stevani di Rosignano. Iniziò gli studi nella Casa che Don Bosco aveva aperto a Borgo San Martino. Tra i compagni di Ernesto c’era il giovane Pietro Ricaldone, di Mirabello. Qui entrambi incontrano Don Bosco: incontro che segnerà la loro vita. Per Ricaldone a 18 anni, per Coppo qualche anno più tardi. Concluse la sua formazione nel seminario di Casale e il 7 agosto 1892 venne ordinato sacerdote.

L’anno successivo entrava nel noviziato Salesiano di Foglizzo, ed il 4 ottobre 1894 emetteva la professione perpetua nelle mani del Beato Don Rua. Nel 1898, a capo di un gruppo di sacerdoti salesiani, raggiungeva la metropoli di New York per compiere un impegnativo e coraggioso apostolato a servizio dei migranti che giungevano - poverissimi ed innumerevoli - nella terra americana in cerca di un futuro migliore. “Venti anni di missione assorbirono tutte le forze di don Coppo a servizio degli emigrati e della loro gioventù, sia sotto il profilo religioso che sociale e civile” ricordò anni dopo lo stesso Don Ricaldone. Dopo New York furono altre le città americane che videro don Coppo avviare l’azione pastorale salesiana in altrettante parrocchie per gli emigrati e per la gente del territorio.

Questo impeto di fede e di servizio al prossimo più bisognoso, lo portarono nel 1923 in Australia, presso il Vicariato Apostolico di Kimberley. Consacrato vescovo presso il Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino, partì per il Kimberley, tra gli indigeni del posto. Furono anni di intenso lavoro pastorale: raggiungeva i villaggi, incontrava le famiglie, dava impulso alle esigenze umane del lavoro, della formazione, dello sviluppo, del Vangelo. L’esperienza organizzativa e pastorale appresa in America la mise a disposizione della sua gente australiana.

Tornato in Italia, diventò un formidabile animatore per le Missioni. Don Ricaldone, suo antico compagno, divenuto Rettor Maggiore, così lo ricordava: “Mons. Coppo ambiva dichiararsi vecchio Vescovo Missionario e con insistente zelo invitava gli uditori a pensare ai bisogni della Chiesa nelle più remote missioni”.

Sino all’ultimo istante visse il magistero sacerdotale, cessando la sua esistenza terrena ad Ivrea dove si era recato per presiedere un Congresso Mariano, nella serata del 28 dicembre 1948, all’età di 78 anni.

Il paese natale, dove Mons. Coppo tornò tante volte, durante il 2020 ne ha ricordato il 150° anniversario della nascita, celebrandolo come esempio di impegno missionario e passione evangelizzatrice di enorme attualità: per il lavoro intelligente tra i migranti in America, per il sostegno e la promozione delle popolazioni indigene australiane, per la carità paziente e accogliente verso tutti coloro che incontrò anche in Italia.

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