RMG – Conoscere Don Bosco: il suo impegno per la buona stampa
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24 Gennaio 2023

(ANS – Roma) – L’influenza di San Francesco di Sales su Don Bosco si manifestò anche nella grande passione del Santo dei Giovani per la comunicazione. Egli la espresse con i mezzi dei suoi tempi, ma in tutte le sue forme, sviluppandola dal principio alla fine: dall’elaborazione dei testi fino alla loro stampa e alla loro diffusione. Tutto e sempre con il fine di diffondere la Buona Novella e di lavorare al servizio della gioventù.

Nelle prime “Costituzioni della Società di S. Francesco di Sales” del 1875 (art. 7), Don Bosco scrisse che i salesiani “si adopereranno a diffondere buoni libri nel popolo usando tutti quei mezzi che la carità cristiana ispira”. E nell’apposita Circolare inviata ai Salesiani nel 1885 aggiunse: “Fra questi [mezzi di apostolato] che io intendo caldamente raccomandarvi, per la gloria di Dio e la salute delle anime, vi è la diffusione dei buoni libri. Io non esito a chiamare Divino questo mezzo, poiché Dio stesso se ne giovò a rigenerazione dell’uomo. Furono i libri da esso ispirati che portarono in tutto il mondo la retta dottrina. Tocca adunque a noi imitare l’opera del Celeste Padre”.

Don Bosco fu scrittore fecondissimo. I suoi scritti - oltre 150 -, opuscoli e libri anche di una certa mole, sono di carattere devozionale e religioso come “Il Giovane Provveduto”, di istruzione catechistica ed apologetica come “Il Cattolico istruito nella sua religione”, vite di santi come la “Vita di San Pietro”, biografie edificanti come la “Vita del giovinetto Savio Domenico”, opere scolastiche come “Il Sistema Metrico Decimale”, senza dimenticare le “Letture Cattoliche”, con relativo almanacco annuale “Il Galantuomo”, che ebbero in lui il principale compilatore. Poi si lanciò nell’editoria vera e propria con Collane di classici per le scuole, come la “Selecta ex latinis scriptoribus” e la “Biblioteca della Gioventù Italiana”. Lanciò pure una collana di “Letture Drammatiche” per lo spettacolo popolare. E finalmente, nel 1877, fondò il “Bollettino Salesiano” organo di informazione della sua Opera.

D’ingegno versatile, non pretese di essere un dotto o un letterato, ma divenne scrittore apprezzato vincendo le difficoltà dell’italiano, limando la lingua in modo da renderla sempre più chiara, semplice e corretta.

Tre opere, in particolare, di carattere scolastico, rivelano la sua preferenza per la storia, la “Storia Ecclesiastica” uscita nel 1845 dalla tipografia Speirani e Ferrerò, che raggiunse, vivente Don Bosco, una decina di edizioni; la “Storia Sacra” uscita in prima edizione nel 1847 dalla stessa tipografia e poi riapparsa sino ai tempi nostri in 14 successive edizioni e varie decine di ristampe; e, finalmente, nel 1855, il suo capolavoro, la “Storia d’Italia” stampata da Paravia e Comp., che, già nel 1874, raggiungeva la sua decima edizione.

Davanti a questa abbondanza di pubblicazioni da parte di un uomo così indaffarato in tante altre attività, non sono mancate le critiche e le ironie della stampa avversa e anche dei “benpensanti”, a volte persino le perplessità degli studiosi.

Ma non si devono formulare giudizi affrettati sugli scritti di Don Bosco. Non è vero, ad esempio, che Don Bosco nello scrivere abbia copiato facendo passare per suo ciò che non era farina del suo sacco. Don Bosco ha apertamente e ripetutamente riconosciuto di aver attinto a piene mani da altri autori. È vero però che, eccetto nei suoi scritti più personali come le “Memorie dell’Oratorio”, non fu uno scrittore originale, ma piuttosto un compilatore intelligente che attinse da altri scritti.

Da compilazioni di facile accesso egli attinse ciò che gli occorreva per il suo lavoro, non solo contenuti, ma soprattutto modelli letterari. Di questi fece anche trascrizioni alla lettera. Ma non lo ha mai nascosto. Ne è una chiara prova ciò che egli confessò in certe sue “Prefazioni”, come ad esempio in quella della “Storia Ecclesiastica”:

–     “Mosso dal bisogno e dalle istanze di molte zelanti e autorevoli persone mi sono impegnato a compilare il presente compendio di Storia Ecclesiastica. Ho letto tutte quelle che ho potuto avere, scritte in lingue nostrane e straniere, ed ho ricavato da ognuna quei sentimenti e quelle espressioni che sono più italiane, semplici [e facili] secondo la capacità di un giovanetto”.

Nella “Prefazione” alla sua “Storia Sacra” (1847), scrive:

–     “Ebbi pure sott’occhio molti ristretti [compendi] della Storia Sacra e estrassi da ognuno quello che mi parve conveniente, trascrivendo in disteso più cose che trovai chiaramente e degnamente esposte”.

Nel servizio alla diffusione della buona stampa mise mano anche direttamente alla fase tipografica. Fin dal principio aveva sognato una tipografia propria per queste pubblicazioni. Riuscì ad avviarla nel 1861 sotto il titolo di «Tipografia di S. Francesco di Sales», attrezzandola, a poco a poco, con macchinari sempre più efficienti. Nella seconda metà degli anni ’70 l’attività tipografica di Don Bosco era ormai così progredita da suscitare paure di concorrenza nei tipografi torinesi, anche se il suo scopo era educativo e non commerciale.

Dal 1877 avviò pure un laboratorio chimico-fotografico per la realizzazione di fotografie e per le proprie stampe. E, infine, per poter completare autonomamente tutto il ciclo produttivo, ebbe l’audace idea di acquistare una cartiera a Mathi Torinese. Nel 1882 ordinò in Svizzera la nuova macchina “continua” alla Ditta Escher-Wyss di Zurigo, che gli faceva fare un salto di qualità al macchinario italiano.

In occasione dell’Esposizione Nazionale del 1884 volle fare conoscere al grande pubblico la realtà della sua industria libraria e la modernità delle sue attrezzature tipografiche, ottenendo dal comitato organizzativo un apposito padiglione o “galleria” con lo spazio sufficiente per esporre l’intero processo, dalla fabbricazione della carta fino alla stampa di un libro ed alla sua legatura.

Don Bosco in tutta la sua vita compì una grande opera di divulgazione della buona stampa e la compì con molta onestà e serietà avendo solo di mira il bene delle anime.

 

Fonte: “Vi presento Don Bosco” di don Natale Cerrato, SDB, Elledici (2005)

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