Perù – Kuyuntsa, il villaggio amato da don Bolla
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16 Aprile 2025

(ANS – Kuyuntsa) – Quando mancano poche settimane alla conclusione della fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio don Luis (Luigi) Bolla, SDB, l’attenzione si rivolge al villaggio da lui tanto amato: Kuyuntsa.

Nel 1984 don Bolla era già in Perù. Mons. Miguel Irízar CP, allora Vescovo del Vicariato Apostolico di Yurimaguas, lo accolse con entusiasmo e lo inviò a lavorare con gli indigeni Achuar.

In territorio peruviano, il suo primo atteggiamento fu quello di vedere, osservare e conoscere. Monsignor José Luis Astigarraga CP, il successivo vescovo di Yurimaguas, gli diede tutta la sua fiducia e le agevolazioni per portare avanti il progetto di inculturazione del Vangelo tra gli Achuar.

La sua destinazione era Kuyuntsa

All’epoca don Bolla aveva già lavorato per molti anni come missionario in Ecuador e, percependo che gli Achuar del Perù erano privi di cure pastorali, decise di lasciare l’Ecuador e giungere in Perù, facendo di Kuyuntsa un luogo speciale, la sua nuova casa.

“Scelse come sua residenza Kuyuntsa e Sanchiik, ma non mancò di visitare le altre comunità Achuar e altri gruppi etnici. Compì lunghi viaggi a piedi, in canoa e gommone, sotto il sole o la pioggia, ma non perse mai la sua caratteristica gioia e il suo entusiasmo” riportano le cronache sul suo conto.

Durante la sua permanenza a Kuyuntsa e Sanchiik, si dedicò ad approfondire la cosmo-visione culturale e religiosa del popolo Achuar: le loro tradizioni e i miti, il rispetto per la natura, gli elementi culturali e la difesa della terra. Tutto questo gli valse la simpatia e il riconoscimento del popolo Achuar e di molte istituzioni, sia nazionali, sia internazionali.

Il suo amico Peas, un vecchio saggio della comunità, quasi cieco e con grande autorevolezza sul villaggio, disse di lui: “Ho dato tutta la mia conoscenza a Yánkuam’ (appellativo dato a don Bolla, NdR), che amo come un vero fratello”.

La scrittura come contributo alla cultura

Chiunque abbia visitato la sua casa a Kuyuntsa avrà notato che una stanza era stata trasformata nel suo ufficio, con la macchina da scrivere e numerosi fogli. “Yánkuam’”era infatti consapevole che la cultura orale è destinata, col tempo, a scomparire. Grazie alle sue conoscenze di antropologia, etnologia, filologia, storia e geografia, creò la scrittura con la quale i bambini e i giovani Achuar potessero imparare a leggere e scrivere nella loro lingua. A tal fine, elaborò una gran varietà di materiali.

Le traduzioni in lingua achuar sono state innumerevoli. Ha persino tradotto il Nuovo Testamento, mentre l’Antico Testamento è rimasto incompiuto.

Le sue memorie riflettono l’esperienza di un uomo appassionato di Dio e profondamente impegnato per il bene dei popoli indigeni. La sua unica missione era quella di annunciare Gesù Cristo, e lo fece con coraggio e paziente dedizione, confidando unicamente nell’aiuto di Dio.

Oggi, mentre si avvia a conclusione la fase diocesana del processo di beatificazione del Servo di Dio Luigi Bolla, è giusto e necessario ricordare la sua storia e incoraggiare molti a conoscere la vita di questo grande salesiano sacerdote, missionario tra gli Achuar.

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