Gran Bretagna – Una riflessione sull’attentato di Manchester
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30 Maggio 2017

(ANS – Bolton) – In una settimana, quella passata, che è iniziata con l’attentato a Manchester, dove hanno perso la vita molti giovani, e si è conclusa con un altro attentato contro i Cristiani copti in Egitto, nel quale tra le vittime c’erano numerosi bambini, è facile deprimersi, arrabbiarsi e spaventarsi. Ma siamo gente speranzosa a cui è stato insegnato ad amare il prossimo. Come Famiglia Salesiana, siamo impegnati a far crescere i giovani, a promuovere i loro migliori interessi e a condividere la loro gioia giovanile che viene da quei piaceri innocenti come lo sport e la musica. Colpisce tutti noi molto duramente vedere bambini, adolescenti e le loro famiglie intenzionalmente presi di mira nel mezzo di un evento festoso.

(…) Sono pienamente consapevole dell’accusa di usare parole vuote e piatte che viene rivolta a chi in 140 caratteri cerca di offrire facile conforto su basi religiose, come pure delle affermazioni di chi sostiene che la religione è la causa della miseria del mondo. Ma la verità è che in questi momenti semplicemente non troviamo le parole. Sono momenti in cui davvero possiamo trovare conforto nella nostra religione, mentre non riusciamo a trovarlo altrove. E sono l’odio, la paura e il desiderio del potere distorti a “religione” a causare i nostri problemi.

In una veglia tenuta a Bury qualche sera fa, la madre di una 15enne uccisa nell’attentato a Manchester ha disperatamente lanciato un appello all'unità, chiedendo a tutti di essere forti e di restare uniti. “Per favore, non lasciate che mia figlia sia una vittima”, ha detto. Gesù ci ha insegnato a porgere l’altra guancia. Quando siamo nel nostro dolore, rifiutare di essere manipolati da una rabbia cieca e dalla vendetta non sono gesti di cedimento – è necessaria una grande forza e si tratta di un altro tipo di sfida.

I terribili fatti di Manchester hanno tirato fuori il meglio da tante persone: gente del posto che ha aperto le proprie case a persone lontane; personale medico fuori servizio accorso per aiutare; tassisti - molti dei quali musulmani – che hanno trasportato via gratuitamente dal luogo dell’attentato le persone spaventate; senza tetto che hanno aiutano bambini feriti; negozi e caffè che hanno dato da mangiare alle persone senza chiedere nulla in cambio.

(…) La nostra fede non può riportare in vita chi è stato ucciso in questi attacchi criminali e vigliacchi; non può spiegare perché giovani innocenti con tanta gioia e potenziale siano stati uccisi e mutilati in modo terribile. Ma ci può insegnare come affrontare il dolore; come gestire la rabbia; come mostrare amore e compassione in ogni modo possibile; come continuare ad andare incontro ai nostri simili; e come pregare - perché il mondo raramente ha avuto così tanto bisogno di preghiere.

Fonte: RuaLink

InfoANS

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