Stampa questa pagina

RMG – La Pazienza: un’esperienza di compassione e di dominio personale
In evidenza

19 Dicembre 2017

(ANS – Roma) – Se si desidera vivere in una casa felice la pazienza è senza dubbio uno dei requisiti, è una virtù fondamentale per rendere la famiglia un luogo di incontro e di crescita reciproca.

Don Bosco parlava continuamente ai Salesiani di questa virtù e la pose come uno dei fondamenti del suo sistema educativo. Egli voleva che la pazienza fosse al primo posto, quale atteggiamento fondamentale per svolgere adeguatamente il ruolo della direzione o della guida, così come indica nei “Ricordi Confidenziali ai Direttori”: “Niente ti turbi”.

La pratica della pazienza, che spesso diventa autocontrollo della personalità, ciò che all’epoca Don Bosco chiamava “temperanza”, deve avere obiettivi molto specifici e un programma concreto per essere raggiunta. Ad esempio, la pazienza in famiglia ci porterà a conseguire una famiglia equilibrata e felice. La pazienza da un punto di vista religioso ci porterà ad avanzare nel percorso verso la perfezione umana. La pazienza al lavoro ci porterà a migliorarlo. In ciascuna attività darà diversi frutti.

Ma la pazienza è molto difficile da praticare, se non è accompagnata, tra le altre cose, da molta creatività. Non si può essere pazienti senza un significato reale, o per far sì che le cose funzionino. Per essere pazienti e mettere in pratica la pazienza si deve avere un motivo più elevato, come l’amore per Dio o per il prossimo.

Essere pazienti è un lavoro di ogni giorno, che richiede attenzione a piccoli dettagli e agli atteggiamenti. È uscire continuamente da sé e cercare di capire l’altra persona. Se la pazienza non è il frutto dell’amore, non si arriva a vivere con gioia, perché questa virtù richiede costantemente di morire a se stessi.

In famiglia, tra coniugi, tra genitori e figli, la pazienza deve essere messa in pratica, perché è la base della tolleranza verso i sentimenti e verso le azioni degli altri.

Se i genitori non riescono ad essere pazienti, l’educazione dei figli sarà difficile, perderanno la loro fiducia e la capacità di creare un ambiente di rispetto. “Attira più mosche un goccia di miele che un barile di aceto” (San Francesco di Sales).

Questo sito utilizza cookie anche di terze parti, per migliorare l'esperienza utente e per motivi statistici. Scorrendo questa pagina o cliccando in qualunque suo elemento, acconsenti all'uso dei cookie. Per saperne di più o negare il consenso clicca il tasto "Ulteriori informazioni".